In questo articolo capiremo l’importanza che ricoprono le indagini investigative finalizzate alla modifica dell’assegno di mantenimento a seguito di separazione. Innanzitutto, andremo ad analizzare che cos’è l’assegno di mantenimento, quando si è obbligati a versarlo e in quali circostanze si può agire per ottenere la revisione o addirittura la revoca. Infine, ci concentreremo sulle sostanziali differenze tra assegno di mantenimento, assegno divorzile e assegno alimentare, concetti spesso confusi tra di loro.
La separazione di una coppia implica conseguenze importanti non solo sul piano emotivo, dei sentimenti, ma anche di tipo giuridico ed economico. La separazione non libera definitivamente dal matrimonio, in quanto entrambe le parti sono ancora legalmente “marito” e “moglie” fino al sopraggiungere dell’esito definitivo del divorzio. Dopo la separazione, benché venga meno l’obbligo di fedeltà reciproca, permane il dovere di assistenza. A rientrare nel concetto di “dovere di assistenza” è proprio l’assegno di mantenimento.
Che cos’è l’assegno di mantenimento e quando può essere revisionato?
L’assegno di mantenimento, deciso in sede di separazione, consiste in un importo forfettario in denaro, generalmente corrisposto mensilmente, che ha l’obiettivo di aiutare il coniuge economicamente più debole per permettergli di mantenere il tenore di vita avuto nel periodo matrimoniale. Deve essere uno dei coniugi a farne richiesta, in quanto non è previsto che possa essere disposto d’ufficio dal giudice. Generalmente viene disposto alla parte dell’ex coppia che ha oggettive impossibilità lavorative o possiede un reddito di molto inferiore rispetto all’altra.
L’importo dell’assegno viene stabilito in base ad una accurata valutazione di diversi fattori inerenti le condizioni economiche dei due coniugi. In particolare:
- La durata del matrimonio e le spese effettuate durante il rapporto matrimoniale (ad esempio pagamento del mutuo, oneri condominiali, etc.);
- La situazione patrimoniale dei coniugi nonché i rispettivi redditi, infatti, come stabilito dalla Riforma Cartabia (in vigore dal 28 febbraio del 2023), entrambi sono tenuti a presentare le ultime tre dichiarazioni dei redditi;
- L’eventuale assegnazione della casa familiare, in quanto comporta un vantaggio economico per il coniuge assegnatario.
Eventuali indagini investigative possono essere finalizzate non solo alla modifica dell’assegno di mantenimento, ma altresì in via preliminare per la sua determinazione. Infatti, eventuali redditi non dichiarati devono concorrere alla quantificazione dell’assegno di mantenimento. Per questo risultano di assoluta importanza le indagini svolte dall’investigatore privato, che oltre ad accertamenti economici-patrimoniali sarà anche in grado di documentare con prove certe l’eventuale attività lavorativa in nero o altre fonti di reddito nascoste.
Una volta deciso chi dei due coniugi è obbligato a corrispondere l’assegno nonché il suo importo, è bene sapere che questo può essere sottoposto a revisione. Infatti, in presenza di circostanze nuove e rilevanti che modifichino le condizioni in base alle quali fu effettuata la decisione, si può ottenere la modifica dell’assegno di mantenimento fino ad arrivare persino ad una sua revoca totale.
Che ruolo gioca l’addebito nella decisione sull’assegno di mantenimento?
Per semplificazione e maggior chiarezza, immaginiamo che Mario e Giulia (nomi di fantasia) siano sposati. Succede che Giulia scopre, grazie alle indagini di un investigatore privato, che Mario la tradisce. Così Giulia, forte delle prove ottenute dell’infedeltà, intende rivolgersi al tribunale per chiedere la separazione con addebito. Innanzitutto, ai fini dell’addebito, quindi della responsabilità per la rottura dell’unione famigliare, deve essere accertato che il tradimento di Mario sia la causa effettiva della fine della relazione. In questo caso, l’addebito è a carico di Mario.
Per Mario l’addebito comporta la perdita del diritto di essere mantenuto ma non per forza l’obbligo di versare l’assegno di mantenimento a Giulia. Per questo, infatti, devono essere presi in esame anche altri fattori rilevanti:
- importante disparità di reddito tra i due, a favore di Mario;
- incapacità oggettiva e incolpevole di Giulia di mantenersi da sola, ad esempio per condizioni di salute o per aver sacrificato, come scelta condivisa con Mario, anni della propria vita per assistere la famiglia a discapito della carriera lavorativa.
Dunque, Mario, avendo subito l’addebito, non potrà ricevere alcun assegno di mantenimento da parte di Giulia, anche se fosse la parte economicamente debole della coppia. D’altra parte, sarà obbligato a versare l’assegno a Giulia solo se in presenza dei presupposti sopraindicati.
E se a Mario non viene addebitata la separazione? Giulia può richiedere ugualmente l’assegno di mantenimento. Senza addebito a carico dell’ex partner, il giudice valuterà, caso per caso, la capacità di autosostentamento del richiedente nonché la situazione economica-patrimoniale.
Assegno di mantenimento, assegno divorzile e assegno alimentare: facciamo chiarezza
Particolare attenzione bisogna porre sulla distinzione di tre concetti che spesso vengono usati come sinonimi. In realtà, l’assegno di mantenimento, l’assegno divorzile e l’assegno alimentare (“alimenti”), corrispondono ad istituti molto diversi tra loro.
L’assegno divorzile scatta, in presenza di determinati presupposti, dalla sentenza di divorzio, quando oramai il vincolo coniugale è definitivamente nullo. Ciò che contraddistingue fondamentalmente l’assegno di divorzio da quello di mantenimento, è la ratio alla base dei due istituti. L’assegno di mantenimento trova fondamento nel garantire al coniuge economicamente più debole, durante il periodo che va dalla separazione al divorzio, lo stesso tenore di vita. L’assegno divorzile, invece, ha come obiettivo il raggiungimento di una semplice autonomia economica dell’ex coniuge economicamente più debole.
Si intuisce, dunque, come l’importo dell’assegno divorzile potrebbe essere notevolmente inferiore rispetto a quello di mantenimento. Tuttavia, l’assegno di mantenimento dura dalla separazione alla sentenza di divorzio mentre l’assegno divorzile potenzialmente sino alla morte, salvo modifiche sopravvenute delle condizioni economiche. Entrambi gli assegni non spettano mai in caso di addebito per violazione dei doveri matrimoniali, ad esempio per infedeltà.
L’assegno alimentare è un istituto che risponde ad esigenze totalmente diverse rispetto all’assegno di mantenimento e divorzile, infatti si tratta di un contributo economico dovuto per legge in favore del parente che si trova in una situazione economica talmente grave da non poter provvedere al proprio sostentamento. All’obbligo di prestare gli alimenti sono tenuti nell’ordine: il coniuge (in caso di divorzio l’obbligo alimentare cessa ma potrà essere incluso nell’assegno divorzile), i figli (anche adottivi), i genitori, i generi e le nuore, i suoceri, i fratelli e le sorelle.
Dunque gli alimenti non riguardano strettamente solo il coniuge, bensì l’intera famiglia, in osservanza del dovere di solidarietà famigliare. E questo si evince anche dal fatto che, a differenza di quanto avviene per il mantenimento, il coniuge a cui è stata addebitata la separazione non perde il diritto di ricevere gli alimenti. Anche in questo caso, se mutano le condizioni economiche di chi li somministra o li riceve, l’autorità giudiziaria provvede per la cessazione, la riduzione o l’aumento secondo le circostanze.
Le prove acquisite dall’investigatore sono utilizzabili per la determinazione nonché modifica dell’assegno di mantenimento?
Può succedere che il coniuge a cui è stata accertata la possibilità di usufruire dell’assegno, non dichiari il cambiamento della sua situazione economica con l’intento di continuare a percepire il sostegno dall’ex partner. Un’eventuale revisione da parte del giudice si potrebbe verificare qualora dalle indagini per la modifica dell’assegno di mantenimento emerga che siano mutate le condizioni economiche originarie del coniuge assistito. Infatti, quest’ultimo potrebbe aver aumentato il proprio reddito grazie ad una prolifica attività commerciale o grazie al beneficio economico derivato da un’unione/convivenza con un nuovo partner.
Se vuoi verificare la veridicità delle dichiarazioni del tuo ex partner, puoi avvalerti dell’investigatore privato. Quest’ultimo, mettendo a disposizione tutta la sua esperienza, condurrà un’indagine che evidenzi il reale tenore di vita del coniuge, in base ad elementi oggettivi e concreti. La documentazione che deriva dal lavoro svolto dall’agenzia investigativa ha assoluto valore probatorio, e può ribaltare la sentenza iniziale. Il giudice, in tal caso, può procedere con la revisione dell’assegno di mantenimento, annullandolo o riducendolo, come dimostra il caso concreto riportato qui sotto.
Modifica dell’assegno di mantenimento: esempio di un caso concreto
Il lavoro di un investigatore privato, se condotto senza interferenze illecite nella vita privata del coniuge, assume un’importanza strategica ed essenziale in sede processuale. La sentenza n. 2806 del 2021 della Corte d’Appello di Roma ha revocato l’assegno di mantenimento all’ex moglie proprio sulla base della documentazione raccolta dall’investigatore. La relazione investigativa, infatti, aveva dimostrato una serie di criticità ed incongruenze tali per cui si sarebbe potuto procedere ad un ribaltamento della sentenza iniziale. Di particolare importanza:
- l’esistenza di un nuovo legame sentimentale nonché l’effettiva e stabile convivenza more uxorio (come marito e moglie) della coppia presso l’abitazione del nuovo partner;
- l’ammontare dei redditi percepiti dal nuovo compagno dell’ex moglie nonché l’avvio di un nuovo e fruttuoso esercizio commerciale da parte di quest’ultima;
- i versamenti in entrata sulla carta prepagata dell’ex moglie, senza transito nel conto corrente.
Alla luce di quanto emerso successivamente alle indagini svolte per la modifica dell’assegno di mantenimento, la Corte ha ritenuto di trovarsi di fronte ad un quadro reddituale superiore a quello dichiarato dal soggetto. L’assegno di mantenimento è stato, così, completamente eliminato, con decorrenza retroattiva dalla data di proposizione del ricorso.
Baroncini Investigazioni: specializzati nelle indagini per la revisione dell’assegno di mantenimento o divorzile
Se stai vivendo una separazione e soprattutto se pensi che il tuo o la tua ex partner possa aver mentito in sede di separazione sulla sua reale condizione economica, nascondendo importanti dettagli sul suo patrimonio al fine di continuare a percepire un assegno non dovuto, puoi rivolgerti ai professionisti della Baroncini Investigazioni.
Siamo specializzati nelle indagini finalizzate alla raccolta di elementi utili ai fini della modifica dell’assegno di mantenimento o divorzile, dagli accertamenti economici-patrimoniali allo scovare eventuali attività lavorative non dichiarate. Le nostre indagini si rivolgono:
- al coniuge obbligato a corrispondere l’assegno, per documentare con prove certe ed utilizzabili in giudizio che l’ex partner abbia, ad esempio, trovato un nuovo posto di lavoro a tempo indeterminato o abbia costituito un nuovo nucleo famigliare;
- al coniuge che riceve l’assegno, per documentare con prove certe ed utilizzabili in giudizio che l’ex partner abbia, ad esempio, trovato un nuovo lavoro molto più remunerativo.
La nostra sede si trova in Strada Maggiore 3, a Bologna. Operiamo, con massima professionalità e riservatezza, su tutto il territorio nazionale.
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