In linea generale, è sempre possibile utilizzare telecamere all’interno della propria abitazione se ben visibili, come avviene per gli impianti di videosorveglianza installati per la sicurezza dell’immobile. Se, invece, il nostro intento è quello di posizionare all’interno di casa delle telecamere nascoste, la legge consente tale possibilità ma nel rispetto di precise regole. Di seguito approfondiamo più in dettaglio la questione, analizzando i due scenari più frequenti.
Telecamere nascoste in casa per riprendere l’incontro con l’amante
La condizione imprescindibile che deve essere rispettata al fine di poter posizionare di nascosto delle telecamere (o anche dei semplici registratori audio) all’interno di un luogo privato come la propria casa, è che la persona che ha posizionato le telecamere deve essere presente all’interno della stessa videoregistrazione.
Da evidenziare che è richiesta la presenza nelle scene oggetto di registrazione, non bastando essere fisicamente presente all’interno dell’abitazione. In pratica, non è possibile riprendere di nascosto il proprio coniuge o il proprio figlio maggiorenne che si chiude nella camera da letto da solo. In questa situazione o quando vi trovate proprio al di fuori della vostra abitazione, per legge siete obbligati a tenere le telecamere spente. Il rischio, altrimenti, è quello di incorrere nel reato penale di interferenze illecite nella vita privata altrui (attenzione: il fatto che la proprietà dell’abitazione sia vostra non è rilevante).
È possibile, quindi, installare telecamere nascoste in casa con l’intento di riprendere la moglie o il marito durante l’incontro con l’amante? L’installazione di per sé è possibile farla, tuttavia, per quanto abbiamo scritto sino ad ora, appare evidente come non sia di alcuna utilità, in quanto è inverosimile che l’incontro con l’amante avvenga in vostra presenza.
Telecamere nascoste in casa per riprendere colf, badanti o babysitter
Affidare a collaboratori domestici la cura della propria casa o il controllo di familiari fragili, come anziani e bambini, richiede sempre molta cautela. In questo delicato settore, leggiamo spesso all’interno delle cronache giudiziarie casi di violenze ed abusi. Viene lecito, dunque, chiedersi se è possibile tutelarsi attraverso l’utilizzo, ad esempio, di microspie installate all’interno della mura domestiche.
Abbiamo scritto che all’interno del proprio appartamento si possono installare impianti ben visibili di videosorveglianza al fine di proteggersi da eventuali intrusioni. È possibile, quindi, utilizzare tali impianti per controllare anche come lavora la babysitter? La risposta è no. Quando si assume una persona per svolgere un lavoro all’interno della nostra abitazione, infatti, si instaura un vero e proprio rapporto di lavoro che come tale è tutelato dalle norme previste nello Statuto dei lavoratori (analogamente a quanto scritto nell’articolo sulle telecamere nascoste in azienda, per leggerlo clicca qui).
La legge, in questo ambito, concede la possibilità di utilizzare in casa telecamere nascoste ma solo al ricorrere di una tassativa condizione: deve sussistere il fondato sospetto di gravi illeciti commessi dal collaboratore domestico. Si pensi, ad esempio, ad una colf che ruba nei cassetti dell’appartamento, ad una badante che maltratta un anziano, ad una babysitter che lascia un bambino da solo per ore. Le telecamere nascoste devono essere installate, quindi, allo scopo di procurarsi prove certe di tali comportamenti illeciti e non per il mero controllo generale dell’attività lavorativa.
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