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Come si tende a reagire ad un doloroso tradimento?

“Chi prima chi dopo, siamo tutti cornuti”, diceva un vecchio saggio. Sperando il vecchio saggio si sbagliasse, cerchiamo di comprendere dal punto di vista della psicologia cosa accade in chi viene a scoprire un tradimento. Innanzitutto, è bene precisare che non ci sono regole generali, nel senso che ognuno reagisce in maniera differente a seconda della situazione, del contesto, dell’età, della cultura di appartenenza, del credo religioso, delle norme vigenti, degli aspetti economici correlati.

A livello più profondo, si reagisce principalmente in funzione della propria storia individuale, della propria struttura di personalità, dei sentimenti reali che si provano verso il proprio partner. Essere traditi, specialmente da chi si ama, mette in gioco dinamiche intrapsichiche che vanno bel oltre il presente, il fatto in sé “qui ed ora”, il “sociale”. Subentrano emozioni che, più o meno consciamente, ci riportano alla nostra infanzia, ai nostri legami affettivi primari, ai nostri primi inevitabili tradimenti subiti, alle nostre prime perdite, ai nostri dolori più profondi ed antichi.

Meccanismi difensivi nella psicologia di chi subisce un tradimento

Di fronte ad un tradimento da parte di chi si ama si tende a reagire attivando quei meccanismi difensivi dall’angoscia dell’io ben descritti dalla psicoanalisi. Si tratta dei meccanismi di:

  • negazione, quindi la tendenza a negare il fatto anche di fronte all’evidenza;
  • razionalizzazione, quindi la tendenza eccessiva a cercarne razionalmente un motivo;
  • somatizzazione, quindi l’esprimere attraverso una malattia psicosomatica il dolore sofferto;
  • intellettualizzazione, quindi l’iniziare ad esempio a studiare il fenomeno leggendo libri o partecipando a innumerevoli conferenze sull’argomento;
  • proiezione, la spinta ossessiva ad individuare il colpevole;
  • sviluppo di una sintomatologia nevrotica specifica quali ansia, fobie, ossessività oppure insonnia, perdita di appetito e così via.

Il tutto ovviamente per sfuggire ad una vera e propria angoscia che trascina dietro di sé sentimenti negativi quali la perdita della fiducia, del senso di identità, di autostima, di sicurezza, finanche a farci piombare in vere e proprie depressioni da cui a volte è estremamente difficile uscirne senza l’aiuto di uno psicologo (o, in casi estremi, di uno psicofarmaco). A volte, in particolari strutture di personalità già connotate da elementi psicopatologici – ad esempio nei disturbi di personalità narcisistici, paranoidei o borderline – si può assistere a veri e propri “acting-out” (agiti impulsivi) auto o etero-aggressivi, purtroppo anche fatali.

L’importanza della psicologia per superare un tradimento

Se i meccanismi difensivi psicologici di per sé hanno una valenza appunto difensiva e quindi in parte sono ben accetti ed anzi salvifici, in verità ciò che andrebbe fatto è una vera e propria “elaborazione del lutto”, con tutto ciò che questo comporta. In primis, a livello terapeutico bisognerebbe riuscire “semplicemente” a stare in quella sofferenza, permettendosi cioè di soffrire e basta. Così facendo si concede a quella sofferenza (fisiologica) di attivare “enzimi” intrapsichici che agevolino poi una rielaborazione in senso costruttivo e quindi positivo di quel dolore: rimessa in discussione del rapporto di coppia, ascolto dei bisogni propri e dell’altro, rivisitazione delle proprie dinamiche infantili dolorose o non elaborate, ridefinizione degli obiettivi propri e di coppia.

Di tutto questo sarebbe bene averne consapevolezza prima che il tradimento accada o venga scoperto. Ironicamente, dovrebbe cioè essere una specie di preventivo requisito al rapporto di coppia, una sorta di patentino: più che giurare fedeltà sarebbe meglio giurare di saper gestire il tradimento.

Spesso, infatti, partner sospettosi si rivolgono ad una agenzia investigativa per avere la certezza di un sospetto tradimento. Tuttavia, una volta avutala, si ritrovano a non saper gestire emozioni contrastanti che, invece di acquietare e risolvere il problema, sconvolgono ancora di più la propria vita se non ben elaborati (decisione impulsiva ad interrompere la relazione per orgoglio ferito con chi in verità si ama ancora, gestione dei problemi economici conseguenti ad una separazione improvvisa, incapacità di gestire il vissuto dei figli, etc.). Da qui l’importanza, se si sente di non possederne gli strumenti, di farsi aiutare da specialisti del settore in questa delicata fase della propria vita.

Baroncini Investigazioni: indagini per scoprire i tradimenti e Divisione di Psicologia in supporto

L’articolo è stato scritto dal dott. Paolo Baroncinimedico psichiatra, psicologo, psicoterapeuta con pluridecennale esperienza nella tutela ai minori e nel trattamento delle dipendenze patologiche – responsabile della nostra Divisione di Psicologia Investigativa.

La Divisione è nata all’interno del nostro Istituto investigativo con l’intento di poter aiutare il cliente che, attraversando un periodo difficile della propria vita, necessita, oltre all’indagine investigativa, di un ulteriore supporto di terapia e psicologia, con consigli operativi sul comportamento più opportuno da mantenere a fronte, in questo caso, di un doloroso tradimento.

Siamo autorizzati a svolgere indagini volte ad accertare l’eventuale tradimento del proprio coniuge o, in particolari casi, del proprio partner in fase prematrimoniale. Operando con massima riservatezza e professionalità, forniamo supporto a tutte quelle persone che si ritrovano a dubitare della fedeltà di chi si ama.

La nostra sede si trova in Strada Maggiore 3, a Bologna, ma operiamo in tutta Italia. Per una prima consulenza gratuita, potete contattarci qui:
Email: info@baroncini-investigazioni.com
Tel.: 051 02 86 219