News e Articoli Investigative - Articoli di Approfondimento - Baroncini Investigazioni https://www.baroncini-investigazioni.com/category/news/ Specializzati in investigazioni private, aziendali e commerciali Mon, 02 Sep 2024 18:06:06 +0000 it-IT hourly 1 Come scoprire di avere il cellulare sotto controllo? https://www.baroncini-investigazioni.com/2024/come-scoprire-di-avere-il-cellulare-sotto-controllo/ Thu, 01 Aug 2024 10:21:43 +0000 https://www.baroncini-investigazioni.com/?p=1707 Hai mai avuto il sospetto di essere spiato? Magari per colpa di un partner che vuole morbosamente sapere dove sei, con chi sei e cosa fai. Che sia per un motivo privato o professionale, il nostro primo pensiero si rivolge nell’immediato al nostro ormai inseparabile smartphone (per scoprire in quali altri modo potresti essere controllato, […]

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Hai mai avuto il sospetto di essere spiato? Magari per colpa di un partner che vuole morbosamente sapere dove sei, con chi sei e cosa fai. Che sia per un motivo privato o professionale, il nostro primo pensiero si rivolge nell’immediato al nostro ormai inseparabile smartphone (per scoprire in quali altri modo potresti essere controllato, leggi qui il nostro approfondimento sull’utilizzo sempre più diffuso di microspie). Infatti, se il nostro cellulare fosse sotto controllo, la persona responsabile riuscirebbe ad avere accesso a pressoché tutte le informazioni altamente private e sensibili che vorrebbe.

Innanzitutto, bisogna sottolineare che spiare il telefono di un’altra persona comporta il reato penale di interferenze illecite nella vita privata altrui. Neanche un investigatore privato può svolgere indagini in questo senso (per approfondire l’argomento, leggi qui il nostro articolo a riguardo). Le intercettazioni telefoniche sono legali solamente se autorizzate dal giudice di fronte a gravi indizi di reato e se effettuate dalla polizia giudiziaria con la propria strumentazione. Dunque, se fosse vero che il tuo cellulare è sotto controllo, quasi sicuramente si tratterebbe di un’intercettazione illecita(a meno che non ci siano procedimenti penali in corso a tuo carico, ma questo solo tu puoi saperlo).

Come accorgersi di avere il cellulare sotto controllo?

Probabilmente se qualcuno è riuscito ad “entrare” all’interno del tuo smartphone, ha messo anche in atto delle contromisure per non essere scoperto così facilmente. Tuttavia, proviamo a dare qualche consiglio su come effettuare un primo controllo “fai da te” del cellulare:

  • controlla la lista di tutte le applicazioni installate e verifica l’eventuale presenza di qualche applicazione sospetta (ad esempio che non ricordi di avere mai installato volontariamente);
  • controlla lo stato della batteria e verifica eventuali consumi anomali, in particolare se qualche specifica applicazione utilizza più traffico dati del normale (in quanto molti software spia lavorano “in background” consumando maggior traffico dati e quindi maggior batteria);
  • controlla sempre il credito telefonico ed eventuali addebiti, anche di piccoli importi, di cui non sei a conoscenza (in quanto alcuni software spia che lavorano “in background” necessitano di denaro per continuare a funzionare nel tempo);
  • controlla le caselle di posta delle tue e-mail e verifica l’eventuale presenza di messaggi che presentano all’interno collegamenti a link esterni sospetti (ovviamente mai cliccarci sopra ma anche solo la loro presenza potrebbe essere un campanello di allarme);

Come prevenire e proteggersi dalle intrusioni illecite?

Allo scopo di proteggere il proprio cellulare, che si tratti di un sistema operativo Android o iOS, è fondamentale:

  1. mantenere il sistema operativo sempre aggiornato all’ultima versione rilasciata;
  2. utilizzare un antivirus per scansionare lo smartphone ed individuare eventuali malware o applicazioni sospette (fai attenzione però a scegliere un antivirus affidabile, i migliori hanno un costo che tuttavia vale la pena investire se si vuole essere sicuri del lavoro svolto).
  3. non utilizzare mai cavi di ricarica o dispositivi esterni “sconosciuti”, infatti sono sempre più diffusi cavi di ricarica o chiavette USB che contengono al loro interno dei chip spia in grado di manomettere istantaneamente il dispositivo in cui vengono inseriti.

Come estrema ipotesi, laddove i sospetti dovessero persistere, potresti pensare di resettare il cellulare alle impostazioni di fabbrica. Ricordati, in questo caso, di fare un backup dei dati importanti, in quanto andrebbero persi definitivamente. Tuttavia, alcuni recenti software spia riescono a “sopravvivere” persino a questo processo.

Baroncini Investigazioni: bonifiche telefoniche professionali e tempestive

Chiaramente questi sono solo alcuni degli accorgimenti che potresti utilizzare in fase iniziale per scoprire di avere il cellulare sotto controllo. Dopodiché è doveroso rivolgersi ad esperti informatici in grado di effettuare controlli più adeguati, necessari se ci si vuole togliere ogni dubbio a riguardo.

La Baroncini Investigazioni dispone di un team di esperti altamente qualificati in grado di analizzare approfonditamente ogni dispositivo informatico al fine di individuare software spia. Per questa attività è richiesto di avere fisicamente il dispositivo da esaminare: doversi separare dal proprio cellulare potrebbe creare disagio, per questo garantiamo al Cliente massima tempestività. Generalmente per una bonifica completa di uno smartphone occorrono solamente poche ore.

Oggi più che mai, in un mondo sempre più tecnologico e “dipendente” dagli smartphone, difendere la propria privacy diventa di fondamentale importanza. Sentirsi spiati è una delle situazioni peggiori che ci possa capitare, in grado di peggiorare significativamente il nostro stile di vita e quindi la nostra salute psico-fisica.

La nostra sede principale si trova a Bologna, in Strada Maggiore 3, ma operiamo in tutta Italia. Contattaci ai seguenti recapiti:
mail info@baroncini-investigazioni.com
tel. 051 0286219

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Pensi di essere spiato in casa, in auto o in ufficio con delle microspie nascoste? https://www.baroncini-investigazioni.com/2024/come-trovare-microspie-nascoste/ Thu, 11 Jul 2024 12:20:35 +0000 https://www.baroncini-investigazioni.com/?p=1668 Hai mai avuto il sospetto di essere spiato? In questi casi, il nostro primo pensiero tende a rivolgersi al nostro cellulare (per scoprire come capire di avere lo smartphone sotto controllo, leggi qui il nostro approfondimento). Attenzione, però, perché il cellulare non è l’unico pericolo: una persona intenzionata a controllarti di nascosto, presumibilmente penserebbe anche […]

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Hai mai avuto il sospetto di essere spiato? In questi casi, il nostro primo pensiero tende a rivolgersi al nostro cellulare (per scoprire come capire di avere lo smartphone sotto controllo, leggi qui il nostro approfondimento). Attenzione, però, perché il cellulare non è l’unico pericolo: una persona intenzionata a controllarti di nascosto, presumibilmente penserebbe anche ad altri modi per poterlo fare. Uno di questi è sicuramente provare a installare delle microspie nascoste all’interno di un tuo luogo privato, come ad esempio nella tua abitazione o nella tua autovettura. A riguardo, purtroppo, leggiamo sempre più spesso fatti di cronaca in cui proprietari di immobili affittano camere a ragazze per poi occultare microspie e poterle osservare da remoto nei loro momenti più intimi.

Tipologie di microspie nascoste più utilizzate

Senza addentrarci eccessivamente in tecnicismi inerenti le numerose tipologie di microspie presenti sul mercato, una prima informazione rilevante da tenere a mente è quella sulla loro dimensione. Infatti, la dimensione tendenzialmente ci indica la tipologia di informazioni che quella microspia deve acquisire. Pur essendo per definizione tutte di piccole dimensioni, una microspia che deve raccogliere semplicemente materiale audio – le cosiddette “cimici” – avrà una dimensione molto più ridotta rispetto ad una microcamera che, invece, deve contenere al suo interno anche un micro-obiettivo.

Inoltre, è importante fare distinzione tra microspie che necessitano di un’alimentazione esterna per poter funzionare e microspie “autonome”, le quali contengono al loro interno delle batterie. Chiaramente, una microspia collegata ad una presa di corrente è, in linea generale, di minor dimensione (non dovendo contenere la batteria) e più pericolosa in quanto capace di funzionare per lunghi periodi di tempo. Allo stesso tempo, però, è più difficile da poter installare di nascosto, in quanto richiede maggior professionalità e tempo per poterla occultare a dovere.

Per quanto riguarda le microspie a batteria, è utile fare sempre attenzione ad oggetti comuni “lasciati” tipo chiavette USB, penne, orologi, in quanto potrebbero contenere registratori audio. Queste microspie hanno una batteria di piccole dimensioni, e quindi poca autonomia, ma risultano altrettanto pericolose in quanto facilmente posizionabili senza destare sospetto e sufficienti a carpire conversazioni utili, per poi essere riprese dopo qualche giorno o anche solo qualche ora.

Bonifiche per trovare microspie nascoste in casa, in ufficio, in auto

Se non ti senti al sicuro all’interno dei tuoi spazi privati, come in casa, in ufficio o in auto, in quanto sospetti possa nascondersi qualche microspia audio-visiva, allora è il caso di contattarci. Certo, potresti anche provare ad effettuare un primo controllo tu stesso, ad esempio ricercando eventuali oggetti anomali come scritto sopra. Tuttavia, solo tramite una accurata e professionale attività tecnica di bonifica potrai essere sicuro di non essere spiato.

Le nostre attività di bonifica ambientale sono indirizzate a scovare eventuali microspie illecitamente nascoste in luoghi privati, grazie ad un team di specialisti in grado di utilizzare delle apparecchiature altamente professionali e qualificate.

In tal caso, ti supporteremo nelle procedure da seguire per implementare adeguate contromisure e trovare il responsabile. Le modalità tecniche della bonifica possono variare a seconda della tipologia dell’ambiente da ispezionare. In linea generale:

  • Fase 1 – Presa visione dell’ambiente con particolare attenzione alla localizzazione di quadri elettrici ed apparati elettrici in genere;
  • Fase 2 – Analisi visiva delle aree potenzialmente più a rischio per l’eventuale posizionamento di mezzi di intercettazione;
  • Fase 3 – Controllo operativo dell’ambiente che avviene sia manualmente che attraverso l’utilizzo di specifiche attrezzature elettroniche, altamente professionali, in grado di verificare, ad esempio, la presenza di frequenze radio anomale.

Baroncini Investigazioni: agenzia investigativa specializzata nella difesa della tua privacy

Oggi più che mai, in un mondo sempre più tecnologico in cui è possibile procurarsi in poco tempo e con pochi soldi apparati spia mediamente efficienti, difendere la propria privacy diventa sempre più importante. Le nostre attività di bonifica sono effettuate da tecnici specializzati nel settore, in grado di intervenire con la massima tempestività e riservatezza.

Che sia per motivi professionali o privati, sentirsi spiati è una delle situazioni peggiori che ci possa capitare, in grado di peggiorare significativamente la nostra salute psico-fisica. Se vuoi averne certezza e toglierti ogni dubbio a riguardo, affidati a dei professionisti che da anni supportano aziende e privati nel rilevare eventuali microspie illecitamente nascoste in luoghi privati.

La nostra sede principale si trova a Bologna, in Strada Maggiore 3, ma operiamo in tutta Italia. Contattaci ai seguenti recapiti:
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Come si tende a reagire ad un doloroso tradimento? https://www.baroncini-investigazioni.com/2024/psicologia-tradimento/ Mon, 01 Jul 2024 13:04:44 +0000 https://www.baroncini-investigazioni.com/?p=1641 “Chi prima chi dopo, siamo tutti cornuti”, diceva un vecchio saggio. Sperando il vecchio saggio si sbagliasse, cerchiamo di comprendere dal punto di vista della psicologia cosa accade in chi viene a scoprire un tradimento. Innanzitutto, è bene precisare che non ci sono regole generali, nel senso che ognuno reagisce in maniera differente a seconda […]

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“Chi prima chi dopo, siamo tutti cornuti”, diceva un vecchio saggio. Sperando il vecchio saggio si sbagliasse, cerchiamo di comprendere dal punto di vista della psicologia cosa accade in chi viene a scoprire un tradimento. Innanzitutto, è bene precisare che non ci sono regole generali, nel senso che ognuno reagisce in maniera differente a seconda della situazione, del contesto, dell’età, della cultura di appartenenza, del credo religioso, delle norme vigenti, degli aspetti economici correlati.

A livello più profondo, si reagisce principalmente in funzione della propria storia individuale, della propria struttura di personalità, dei sentimenti reali che si provano verso il proprio partner. Essere traditi, specialmente da chi si ama, mette in gioco dinamiche intrapsichiche che vanno bel oltre il presente, il fatto in sé “qui ed ora”, il “sociale”. Subentrano emozioni che, più o meno consciamente, ci riportano alla nostra infanzia, ai nostri legami affettivi primari, ai nostri primi inevitabili tradimenti subiti, alle nostre prime perdite, ai nostri dolori più profondi ed antichi.

Meccanismi difensivi nella psicologia di chi subisce un tradimento

Di fronte ad un tradimento da parte di chi si ama si tende a reagire attivando quei meccanismi difensivi dall’angoscia dell’io ben descritti dalla psicoanalisi. Si tratta dei meccanismi di:

  • negazione, quindi la tendenza a negare il fatto anche di fronte all’evidenza;
  • razionalizzazione, quindi la tendenza eccessiva a cercarne razionalmente un motivo;
  • somatizzazione, quindi l’esprimere attraverso una malattia psicosomatica il dolore sofferto;
  • intellettualizzazione, quindi l’iniziare ad esempio a studiare il fenomeno leggendo libri o partecipando a innumerevoli conferenze sull’argomento;
  • proiezione, la spinta ossessiva ad individuare il colpevole;
  • sviluppo di una sintomatologia nevrotica specifica quali ansia, fobie, ossessività oppure insonnia, perdita di appetito e così via.

Il tutto ovviamente per sfuggire ad una vera e propria angoscia che trascina dietro di sé sentimenti negativi quali la perdita della fiducia, del senso di identità, di autostima, di sicurezza, finanche a farci piombare in vere e proprie depressioni da cui a volte è estremamente difficile uscirne senza l’aiuto di uno psicologo (o, in casi estremi, di uno psicofarmaco). A volte, in particolari strutture di personalità già connotate da elementi psicopatologici – ad esempio nei disturbi di personalità narcisistici, paranoidei o borderline – si può assistere a veri e propri “acting-out” (agiti impulsivi) auto o etero-aggressivi, purtroppo anche fatali.

L’importanza della psicologia per superare un tradimento

Se i meccanismi difensivi psicologici di per sé hanno una valenza appunto difensiva e quindi in parte sono ben accetti ed anzi salvifici, in verità ciò che andrebbe fatto è una vera e propria “elaborazione del lutto”, con tutto ciò che questo comporta. In primis, a livello terapeutico bisognerebbe riuscire “semplicemente” a stare in quella sofferenza, permettendosi cioè di soffrire e basta. Così facendo si concede a quella sofferenza (fisiologica) di attivare “enzimi” intrapsichici che agevolino poi una rielaborazione in senso costruttivo e quindi positivo di quel dolore: rimessa in discussione del rapporto di coppia, ascolto dei bisogni propri e dell’altro, rivisitazione delle proprie dinamiche infantili dolorose o non elaborate, ridefinizione degli obiettivi propri e di coppia.

Di tutto questo sarebbe bene averne consapevolezza prima che il tradimento accada o venga scoperto. Ironicamente, dovrebbe cioè essere una specie di preventivo requisito al rapporto di coppia, una sorta di patentino: più che giurare fedeltà sarebbe meglio giurare di saper gestire il tradimento.

Spesso, infatti, partner sospettosi si rivolgono ad una agenzia investigativa per avere la certezza di un sospetto tradimento. Tuttavia, una volta avutala, si ritrovano a non saper gestire emozioni contrastanti che, invece di acquietare e risolvere il problema, sconvolgono ancora di più la propria vita se non ben elaborati (decisione impulsiva ad interrompere la relazione per orgoglio ferito con chi in verità si ama ancora, gestione dei problemi economici conseguenti ad una separazione improvvisa, incapacità di gestire il vissuto dei figli, etc.). Da qui l’importanza, se si sente di non possederne gli strumenti, di farsi aiutare da specialisti del settore in questa delicata fase della propria vita.

Baroncini Investigazioni: indagini per scoprire i tradimenti e Divisione di Psicologia in supporto

L’articolo è stato scritto dal dott. Paolo Baroncinimedico psichiatra, psicologo, psicoterapeuta con pluridecennale esperienza nella tutela ai minori e nel trattamento delle dipendenze patologiche – responsabile della nostra Divisione di Psicologia Investigativa.

La Divisione è nata all’interno del nostro Istituto investigativo con l’intento di poter aiutare il cliente che, attraversando un periodo difficile della propria vita, necessita, oltre all’indagine investigativa, di un ulteriore supporto di terapia e psicologia, con consigli operativi sul comportamento più opportuno da mantenere a fronte, in questo caso, di un doloroso tradimento.

Siamo autorizzati a svolgere indagini volte ad accertare l’eventuale tradimento del proprio coniuge o, in particolari casi, del proprio partner in fase prematrimoniale. Operando con massima riservatezza e professionalità, forniamo supporto a tutte quelle persone che si ritrovano a dubitare della fedeltà di chi si ama.

La nostra sede si trova in Strada Maggiore 3, a Bologna, ma operiamo in tutta Italia. Per una prima consulenza gratuita, potete contattarci qui:
Email: info@baroncini-investigazioni.com
Tel.: 051 02 86 219

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È possibile installare telecamere nascoste all’interno di un’azienda? https://www.baroncini-investigazioni.com/2024/telecamere-nascoste-azienda/ Mon, 10 Jun 2024 06:50:18 +0000 https://www.baroncini-investigazioni.com/?p=1619 L’attività lavorativa dei dipendenti non può essere controllata a distanza tramite telecamere. A stabilirlo è l’articolo 4 dello Statuto dei Lavoratori, che tutela il diritto alla privacy dei dipendenti contro un controllo illegittimo da parte del datore di lavoro. Quest’ultimo, nel caso in cui non rispettasse tale norma, potrebbe incorrere in un reato penalmente perseguibile. […]

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L’attività lavorativa dei dipendenti non può essere controllata a distanza tramite telecamere. A stabilirlo è l’articolo 4 dello Statuto dei Lavoratori, che tutela il diritto alla privacy dei dipendenti contro un controllo illegittimo da parte del datore di lavoro. Quest’ultimo, nel caso in cui non rispettasse tale norma, potrebbe incorrere in un reato penalmente perseguibile. Tuttavia, non tutti sanno che in una particolare circostanza è addirittura ammessa l’installazione di telecamere nascoste in una azienda, senza che ci sia un precedente accordo con i sindacati e senza nessun avviso ai dipendenti. Scopriamo di seguito di che circostanza si tratta.

Telecamere nascoste per tutelare il patrimonio aziendale e dimostrare furti dei dipendenti

Se il datore di lavoro ha il fondato sospetto che un proprio dipendente stia commettendo un grave reato all’interno della propria azienda, può posizionare delle telecamere nascoste per riuscire a riprendere l’esatto momento in cui si svolge il reato. Stiamo parlando, ad esempio, della circostanze in cui un dipendente commette dei furti di denaro alla cassa, di merce in magazzino o tra gli scaffali di un esercizio commerciale.

L’obiettivo non è quello di controllare in generale l’attività lavorativa dei dipendenti, bensì appurare nello specifico la sospetta condotta fraudolenta di un dipendente. Nel caso di specie, dunque, siamo al di fuori dell’articolo 4 dello Statuto dei lavoratori, venendo meno addirittura l’obbligatorietà dell’accordo con le parti sindacali o l’autorizzazione dell’Ispettorato del Lavoro.

In tal senso, la Suprema Corte di Cassazione ha ribadito che i controlli difensivi da parte del datore di lavoro sono leciti, seppur dovendo rispettare due fondamentale requisiti: deve sussistere un fondato sospetto su una o più persone e le telecamere installate devono riprendere solo le aree ritenute effettivamente a rischio. Non è possibile, dunque, installare di nascosto un sistema di videosorveglianza al fine di effettuare dei controlli preventivi e generali.

Perché conviene affidarsi ad un’investigatore privato?

Appurato il fatto che è possibile riprendere con telecamere nascoste in azienda un dipendente su cui pendono indizi di gravi violazioni, approfondiamo in che modo l’investigatore privato può essere chiamato in causa per risolvere tali gravi problematiche.

Il datore di lavoro, avendo un legittimo interesse nello svolgere un’attività investigativa finalizzata a far valere o difendere un diritto in eventuale fase giudiziale, può conferire regolare mandato ad una figura professionale quale quella dell’investigatore. Quest’ultimo metterà a disposizione tutta la propria esperienza per aiutare l’imprenditore a tutelare il proprio patrimonio aziendale.

Installare telecamere nascoste all’interno di una azienda, infatti, richiede un lavoro scrupoloso. Dalla fase preliminare di sopralluoghi per comprendere in che modo posizionare le telecamere (le quali devono essere ovviamente non visibili ma allo stesso tempo effettuare una videoripresa precisa e nitida), alla fase di installazione vera e propria. Per questo motivo, quando si tratta di sistemi di videosorveglianza di un certo livello, è opportuno rivolgersi a dei professionisti del settore.

Baroncini Investigazioni: scopri tutte le nostre indagini in ambito aziendale

Come abbiamo approfondito nell’articolo sulle investigazioni aziendali (clicca qui per leggerlo), le indagini in questo ambito risultano essere complesse in quanto occorre agire nella difesa dei diritti del datore di lavoro e, allo stesso modo, tenere in considerazione il diritto alla privacy dei dipendenti.

Le attività che un’agenzia investigativa autorizzata può svolgere a tutela di un’azienda sono numerose. Fra le più ricorrenti vi sono:

  • assenteismo per finta malattia ed infortunio;
  • abuso dei permessi Legge 104;
  • ammanchi inventariali, appropriazione indebita o furto di beni aziendali;
  • concorrenza sleale.

Dipendenti, soci e partner d’affari infedeli, possono mettere a serio rischio lo stato di salute della tua azienda. In caso di fondati sospetti, non esitare a contattarci. Siamo in grado di fornirti tutta la documentazione necessaria per poter prendere le giuste decisioni ed eventualmente procedere con il licenziamento per giusta causa.

La nostra sede principale si trova a Bologna, in Strada Maggiore 3, ma operiamo in tutta Italia. Contattaci ai seguenti recapiti:
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Quali sono i requisiti per diventare un investigatore privato? https://www.baroncini-investigazioni.com/2024/come-diventare-investigatore-privato/ Mon, 27 May 2024 10:39:02 +0000 https://www.baroncini-investigazioni.com/?p=1578 Infedeltà coniugale, non rispetto dei doveri coniugali o genitoriali, stalking e molestie, simulazione di malattia, abuso dei permessi Legge 104, abuso del congedo parentale, concorrenza sleale, violazione del patto di non concorrenza, furti aziendali, collocamento fraudolento di microspie: questi sono solo alcuni degli ambiti di intervento dell’investigatore privato. Prima di scoprire come diventare a tutti […]

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Infedeltà coniugale, non rispetto dei doveri coniugali o genitoriali, stalking e molestie, simulazione di malattia, abuso dei permessi Legge 104, abuso del congedo parentale, concorrenza sleale, violazione del patto di non concorrenza, furti aziendali, collocamento fraudolento di microspie: questi sono solo alcuni degli ambiti di intervento dell’investigatore privato. Prima di scoprire come diventare a tutti gli effetti un investigatore privato professionista riconosciuto dalla legge, proviamo ad analizzare alcuni aspetti psicologici di questa affascinante professione.

Investigatore privato: aspetti psicologici della professione

Esistono professioni in cui è difficile riuscire a mantenere una visione dell’umanità casta, pulita, ottimistica ed onesta. Tra queste sicuramente lo psicologo, l’avvocato, il magistrato, gli operatori delle Forze dell’Ordine e senza ombra di dubbio quella dell’investigatore, che poi se è privato non gode nemmeno di quel rassicurante senso di mandato istituzionale di chi opera ad esempio nelle Forze dell’Ordine per conto dello Stato.

Chi svolge queste delicate professioni deve necessariamente immergersi per lavoro nei cunicoli più segreti che raccolgono, la maggior parte delle volte, il peggio di parte dell’umanità e deve, in un modo o nell’altro, cercare di portarvi un po’ di luce, conforto, giustizia. Perché al di là delle singole specificità, una cosa che accomuna tutte queste professioni è proprio il senso di giustizia, riportare ordine là dove è entrato il disordine, la giustizia là dove è entrata la disonestà, il tradimento, la frode, la menzogna, il reato.

Nello specifico della professione dell’investigatore privato, questa è per la maggior parte della gente comune idealizzata e mitizzata (vedi i film) o a volte proprio non conosciuta. Spesso chi si ritrova a fare questa professione vive di una propria solitudine interna che nessuno conosce e che anzi lui stesso tende a nascondere, proprio per non appesantire ulteriormente il vissuto di chi è vittima e per cercare invece di offrire, oltre che giustizia, conforto. È una professione che può portare, attraverso una intrusione (seppur legittima e giustificata) nella vita privata altrui, a modificare la vita di chi ne è oggetto (ma anche di chi l’ha commissionata) e che mette quindi a dura prova la propria coscienza. Tuttavia, se svolta con onestà e competenza – comprovate anche dalla obbligatoria licenza prefettizia per poterla svolgere – con umanità e senso di giustizia, è sicuramente fonte di grande gratificazione ed utilità, anche sociale.

Come diventare Investigatore Privato titolare di licenza investigativa?

La normativa attualmente vigente in materia prevede che per diventare investigatore privato titolare di licenza, quindi poter aprire una propria agenzia investigativa, occorrono anni di esperienza pregressa nel settore. Infatti, è necessario possedere i seguenti requisiti pratici e teorici:

  1. aver conseguito una laurea triennale in giurisprudenza o equipollente;
  2. aver lavorato per almeno tre anni continuativi, con esito positivo, presso un’agenzia investigativa già autorizzata da almeno cinque anni;
  3. aver svolto corsi di aggiornamenti professionali riconosciuti;
  4. non aver riportato condanne penali per delitti non colposi.

Se si è in possesso di questi requisiti, è possibile fare richiesta alla Prefettura territorialmente competente (ove il richiedente ha la residenza) per il rilascio della licenza. La licenza è personale, in alcun modo cedibile ed ha validità su tutto il territorio nazionale.

Discorso diverso riguarda, invece, i collaboratori investigativi, ovverosia le persone che il titolare di licenza investigativa può assumere per far lavorare all’interno della propria agenzia. Infatti, per diventare collaboratore investigativo (tecnicamente “collaboratore per gli incarichi investigativi elementari”) l’iter è molto più semplice: è sufficiente non aver riportato condanne penali per delitti non colposi ed inviare la propria candidatura alle varie agenzie investigative presenti sul territorio.

Baroncini Investigazioni: scopri tutti i nostri servizi

La Baroncini Investigazioni è un’agenzia investigativa con sede principale a Bologna, in Strada Maggiore 3, autorizzata a svolgere indagini in tutto il territorio nazionale. Supportiamo privati, aziende e studi legali con indagini investigative altamente qualificate in grado di risolvere questioni di estrema rilevanza.

Per scoprire tutti i nostri servizi, clicca qui.

I nostri recapiti:
e-mail info@baroncini-investigazioni.com
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Pedinamento: l’investigatore è sempre autorizzato a svolgerlo? https://www.baroncini-investigazioni.com/2024/pedinamento-investigatore/ Thu, 02 May 2024 07:55:28 +0000 https://www.baroncini-investigazioni.com/?p=1510 L’atto di pedinare qualcuno non costituisce di per sé reato, tuttavia ben diverse sono le circostanze che si possono venire a creare durante o a seguito di un pedinamento eseguito con metodo “fai da te”. Seguire una persona di nascosto comporta l’inevitabile rischio di oltrepassare il limite incorrendo in reati penalmente perseguibili, ad esempio per […]

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L’atto di pedinare qualcuno non costituisce di per sé reato, tuttavia ben diverse sono le circostanze che si possono venire a creare durante o a seguito di un pedinamento eseguito con metodo “fai da te”. Seguire una persona di nascosto comporta l’inevitabile rischio di oltrepassare il limite incorrendo in reati penalmente perseguibili, ad esempio per violazione della privacy o addirittura per stalking e molestie.

D’altronde, che pedinare qualcuno non sia per tutti lo si intuisce anche dal fatto che il legislatore è intervenuto riconoscendo ad una figura professionale – quale l’investigatore privato – la qualifica di poter svolgere regolari pedinamenti. Per questo motivo è bene tenere a mente che pedinare una persona non è un gioco e, infatti, c’è chi se ne occupa di professione con anni di esperienza alle spalle.

Inoltre, se è vero che qualunque privato cittadino può decidere di seguire una persona, questo deve avvenire saltuariamente e nel proprio esclusivo interesse, quindi non su richiesta di terzi. L’articolo 134 del T.U.L.P.S. (Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza) sottolinea che “senza licenza del Prefetto è vietato eseguire investigazioni o ricerche o di raccogliere informazioni per conto di privati”.

Conferimento di incarico investigativo: le regole da seguire per poter iniziare l’attività di pedinamento

Storicamente e tutt’oggi, il pedinamento rappresenta uno dei mezzi principali dell’investigatore per la raccolta di informazioni e prove. Grazie alle proprie competenze acquisite negli anni, l’investigatore è in grado di svolgere pedinamenti discreti e professionali. Tuttavia, per poter mettere in pratica un servizio di pedinamento a norma, è obbligato a rispettare alcune importanti regole in fase preliminare all’avvio dell’indagine.

L’investigatore, infatti, non può di sua spontanea iniziativa decidere di seguire una persona qualunque, e neppure su richieste avvenute semplicemente con qualche messaggio o una telefonata di pochi minuti. Piuttosto, è tenuto a redigere tutta la documentazione richiesta dalla normativa attualmente vigente ai fini della formalizzazione dell’incarico investigativo, da far sottoscrivere al cliente. In particolare, tra questa documentazione, assume rilevanza il c.d. “conferimento di incarico per lo svolgimento di investigazione privata” che ha per oggetto il motivo per il quale viene richiesta l’indagine.

L’investigatore è autorizzato a pedinare una persona solo in presenza di un regolare conferimento di incarico sottoscritto dal cliente. Al fine di analizzare la piena regolarità del conferimento, bisogna porre attenzione alle seguenti condizioni:

  1. Tra cliente e persona da pedinare sussiste un rapporto giuridico?
  2. L’indagine si fonda su un motivo giuridicamente rilevante?
  3. Il cliente è parte del rapporto giuridico o soggetto terzo estraneo?

Per rapporto giuridico si intende la relazione tra due o più soggetti regolata dal diritto, in quanto ha ad oggetto un interesse meritevole di tutela. Un motivo giuridicamente rilevante è un motivo volto nel legittimo interesse del cliente, quindi volto a far valere o difendere in sede giudiziaria una posizione giuridica soggettiva tutelata dall’ordinamento. Di caso in caso, rispondendo ad ognuna di queste domande, saremo in grado di stabilire se è possibile svolgere regolare attività professionale di pedinamento.

Quindi non è possibile ingaggiare per semplice curiosità un investigatore privato?

Dipende cosa intendiamo per “semplice curiosità”. Bisogna distinguere l’uso che il cliente può fare delle informazioni ottenute a seguito dell’attività di pedinamento dal motivo per cui lo ha richiesto. Infatti, non è possibile effettuare un pedinamento e quindi un’indagine investigativa per un motivo qualsiasi – come semplice curiosità – dovendo sussistere, per l’appunto, un motivo giuridicamente rilevante. Allo stesso tempo, il cliente non è obbligato a procedere in sede giudiziaria con le informazioni ottenute, potendo anche tenere per sé tutta la documentazione raccolta dall’investigatore.

Alcuni esempi per capire quando l’investigatore è autorizzato a svolgere attività di pedinamento

ESEMPIO:Sono sicura che il mio fidanzato, con cui sto progettando tutta la vita insieme con presto anche il matrimonio, mi nasconda qualcosa. Voglio chiamare un investigatore privato per scoprirlo!”.

Il semplice fidanzamento, senza matrimonio né figli, non è un rapporto giuridico. Dunque, per la legge, non è vi alcun obbligo di fedeltà. Tuttavia, se all’orizzonte vi è l’intenzione di fare un passo decisivo e importante come il matrimonio, assume rilevanza il motivo giuridicamente rilevante di far luce su eventuali abitudini nascoste del fidanzato di cui non si è a conoscenza (tra cui anche un’eventuale “doppia vita” con un’amante). In questo caso, la fidanzata ha pieno diritto di avvalersi di un investigatore privato, tramite regolare sottoscrizione del conferimento di incarico, per pedinare il proprio fidanzato al fine di raccogliere informazioni utili prima di vincolarsi giuridicamente tramite il matrimonio.

ESEMPIO:Un mio dipendente ha comportamenti strani a lavoro, ed è stato visto da alcuni colleghi parlare con persone che lavorano in un’azienda concorrente. Voglio avere prove certe di una sua eventuale infedeltà aziendale!”.

In questo caso abbiamo sia la sussistenza di un rapporto giuridico, quale rapporto subordinato datore di lavoro-dipendente, che un motivo giuridicamente rilevante di sospetta infedeltà aziendale per concorrenza sleale ai danni dell’azienda. Il datore di lavoro, essendo parte del rapporto giuridico, ha pieno diritto di avvalersi di un investigatore privato, tramite sottoscrizione di regolare conferimento di incarico, per pedinare il proprio dipendente al fine di raccogliere prove certe.

Altri esempi per capire quando, invece, l’investigatore non è autorizzato a svolgere attività di pedinamento

ESEMPIO:Sono sicura che il marito della mia migliore amica la tradisce, ora ingaggio io al suo posto un investigatore per farle aprire gli occhi!”.

In questo caso, siamo di fronte ad un matrimonio, vincolo giuridico che per legge comporta diversi doveri, tra cui la fedeltà. Dunque, oltre al rapporto giuridico esistente tra i due coniugi, vi è anche il motivo giuridicamente rilevante di sospetta infedeltà coniugale. Sembrerebbe tutto perfetto per poter conferire regolare mandato all’investigatore, e lo sarebbe se a farlo fosse la moglie (o il marito a parti inverse). Infatti, l’amica della moglie non è parte del rapporto giuridico bensì soggetto terzo estraneo, motivo per cui non ha diritto di ingaggiare un investigatore per conto del coniuge.

ESEMPIO: Un mio dipendente è più distratto a lavoro ultimamente e penso che sia colpa di una nuova frequentazione, voglio saperne di più!”.

Il rapporto subordinato datore di lavoro-dipendente è un rapporto giuridico. Viene però a mancare il motivo giuridicamente rilevante alla base dell’attività. Infatti da parte del dipendente non vi è alcun obbligo da rispettare riguardo la propria vita privata. In questo caso, dunque, il datore di lavoro non ha alcun diritto di avvalersi di un investigatore privato per far pedinare il proprio dipendente al fine di scoprire aspetti della sua sfera privata non inerenti all’attività aziendale.

Baroncini Investigazioni: scopri tutte le nostri indagini a supporto di privati ed aziende

Molte persone credono di riuscire a risolvere i loro dubbi improvvisandosi investigatori professionisti, andando a mettere in pratica pedinamenti “fai da te”, che oltre ad avere scarso valore probatorio, comportano altresì il rischio di incorrere in gravi reati.

Affidarsi a dei professionisti del settore in grado di aiutarti e supportarti, raccogliendo prove con assoluta forza probatoria nel pieno rispetto della normativa vigente, è sicuramente la scelta migliore (probabilmente non la più economica rispetto a fare tutto da sé, ma quanto vale la pena rischiare?).

Scopri tutte le investigazioni che siamo autorizzati a svolgere, a supporto sia di privati che di aziende:

Se hai dubbi, contattaci. La prima consulenza è sempre gratuita e saremo in grado, analizzando in dettaglio il tuo caso, di costruire su misura un servizio di pedinamento che consenta di raggiungere l’obiettivo e, allo stesso tempo, limitare il più possibile i costi.

Potete contattarci qui:
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Uso di sostanze stupefacenti tra i giovani in aumento: come deve agire un genitore? https://www.baroncini-investigazioni.com/2024/uso-sostanze-stupefacenti-giovani-come-aiutare-i-propri-figli/ Mon, 15 Apr 2024 10:46:18 +0000 https://www.baroncini-investigazioni.com/?p=1383 Da anni e a livelli allarmanti risulta in costante crescita l’uso di sostanze stupefacenti tra i giovani (droghe, alcool, fumo). Purtroppo, la fascia di età in cui si inizia ad usarne tende tragicamente ad abbassarsi, ormai ben sotto i 14 anni. È stimato, in difetto, che almeno 1 adolescente su 4 abbia usato almeno una […]

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Da anni e a livelli allarmanti risulta in costante crescita l’uso di sostanze stupefacenti tra i giovani (droghe, alcool, fumo). Purtroppo, la fascia di età in cui si inizia ad usarne tende tragicamente ad abbassarsi, ormai ben sotto i 14 anni. È stimato, in difetto, che almeno 1 adolescente su 4 abbia usato almeno una volta sostanze psicoattive. Tra queste il primo posto è occupato dalla cannabis, seguito dall’alcool – con un uso “a poussée”, qualche sera fra amici, il weekend, alle feste – fino anche ad arrivare alle sostanze definite (erroneamente) “droghe pesanti”, quali la cocaina, le amfetamine, l’eroina. Per non parlare poi della nicotina (le classiche sigarette) e, più recenti, di dipendenze quali quelle da gioco d’azzardo, da internet e dai social network.

Quale distinzione è possibile fare tra le sostanze stupefacenti?

Ho specificato “erroneamente” rispetto la definizione di droghe pesanti perché è una distinzione estremamente fuorviante e tendente a far credere che quelle leggere siano meno pericolose. Paradossalmente, infatti, i cannabinoidi, per definizione considerate droghe leggere, in termini di alterazione della personalità e attivazione di disturbi dissociativi (psicosi) sono nei giovani dannosi se non di più sicuramente almeno quanto le droghe cosiddette pesanti.

Risulta altresì fuorviante la distinzione fra droghe legali” ed “illegali”, in quanto porta a far credere che quelle legali si possano tranquillamente usare solo perché legittimate dalla legge. Eppure l’alcool provoca danni cognitivi e sociali di primaria rilevanza, così come ormai tutti sanno che il fumo di sigaretta provoca a medio-lungo termine quasi certamente un tumore. Per non parlare poi delle amfetamine, ormai presenti sul mercato sotto forma di nuove molecole totalmente devastanti per i recettori cerebrali, a volte in forma irreversibile, le quali provocano danni cognitivi che si riusciranno a vedere solo a lungo termine (demenze precoci).

Riguardo all’uso di sostanze stupefacenti da parte di giovani, sono ormai più di trent’anni che sono state attivate dai vari Ministeri o Aziende Usl massicce campagne di prevenzione a tutti i livelli: nelle scuole, attraverso i media, sotto forma di pubblicità negativa – vedi le scritte sui pacchetti di sigaretta – attraverso l’emanazione di norme e divieti. Tutte, però, con scarsi risultati, o comunque non con i risultati sperati. L’approccio preventivo – ed ancor di più quello terapeutico – oltre che ad un livello cognitivo e quindi informativo sui danni provocati dalle droghe, deve infatti necessariamente passare per un livello emotivo. In altre parole, occorre riuscire ad attivare dinamiche intrapsichiche emotive-affettive personali che vanno ben al di là dell’informazione sui danni. Purtroppo questo è molto complicato da attuarsi a livello di massa senza cadere nel moralismo, sempre deleterio sui giovani.

Quali azioni attuare di fronte all’uso di sostanze stupefacenti da parte di giovani?

I genitori moderni sono, per forza di cose, talmente oberati di impegni che quasi sempre non si accorgono, se non dopo molto tempo, dell’uso di sostanze da parte dei loro figli. E quando questo avviene, difficilmente le prime azioni che il genitore attua sono quelle efficaci. Spesso, anzi, si rivelano proprio peggiorative riguardo la distanza tra genitore e figlio, che, in ultima analisi, è proprio quella che spinge il minore ad usare sostanze (coprire un vuoto). Fondamentale è prestare la massima attenzione a tutti i segni indicatori di un possibile disagio psicologico del proprio figlio, quali ad esempio cambiamenti repentini di umore o di personalità, scatti eccessivi di aggressività, cambi repentini di abitudini, oppositività, tendenza a mentire. Il disagio è sempre il terreno su cui i giovani iniziano a cedere alle tentazioni.

In questa delicata fase, se si inizia a sospettare qualcosa e la relazione genitore/figlio impedisce un dialogo chiarificatore e sincero, potrebbe essere opportuno attivare un controllo a distanza. Ad esempio attraverso un’indagine svolta da un’agenzia investigativa specializzata. Infatti, il primo errore di un genitore è quello di non voler sapere. Spesso la così tanto (giustamente) osannata tutela della privacy nel minore nasconde in verità una, più o meno inconscia, “superficialità/delega educativa” da parte del genitore.

Dall’altra, una volta venuti a conoscenza dell’uso di sostanze da parte del figlio, è necessario immediatamente mettere in atto azioni e comportamenti efficaci, possibilmente con l’aiuto di un professionista (psicologo, psicoterapeuta, psichiatra). Difficilmente il genitore, da solo, riesce a mantenere quel giusto grado di distanza terapeutica necessario a capire il giusto modo di comportarsi. Bisogna evitare di mettere in atto comportamenti, anche se in buona fede e dettati dall’amore e dalla preoccupazione, totalmente parossistici e contradittori, che non fanno altro che aumentare la distanza genitore/figlio e quindi il problema.

Baroncini Investigazioni: indagini per la sicurezza dei minori e Divisione di Psicologia in supporto

L’articolo è stato scritto dal dott. Paolo Baroncinimedico psichiatra, psicologo, psicoterapeuta con pluridecennale esperienza nella tutela ai minori e nel trattamento delle dipendenze patologiche – responsabile della nostra Divisione di Psicologia Investigativa.

La Divisione è nata all’interno del nostro Istituto investigativo con l’intento di poter aiutare il cliente che, attraversando un periodo difficile della propria vita, necessita, oltre all’indagine investigativa, di un ulteriore supporto psicologico e morale, con consigli operativi sul comportamento più opportuno da mantenere nella specifica situazione.

I giovani, soprattutto in età adolescenziale, attraversano una fase delicata tra insidie e tentazioni pericolose. Siamo autorizzati a svolgere indagini volte ad accertare eventuali frequentazioni negative nonché l’eventuale uso di sostanze stupefacenti da parte di giovani. Operando con massima riservatezza e professionalità, forniamo supporto a tutti i genitori che stanno riscontrando nel rapporto con i propri figli dinamiche complesse da gestire.

La nostra sede si trova in Strada Maggiore 3, a Bologna.
Per una prima consulenza gratuita, potete contattarci qui:
Email: info@baroncini-investigazioni.com
Tel.: 051 02 86 219

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Si può svolgere un secondo lavoro in malattia? https://www.baroncini-investigazioni.com/2024/secondo-lavoro-in-malattia-si-puo-svolgere/ Fri, 15 Mar 2024 13:40:28 +0000 https://www.baroncini-investigazioni.com/?p=1321 Quando un dipendente si assenta dal lavoro per malattia, è obbligato a dare la reperibilità presso l’indirizzo che ha indicato nel certificato medico. Infatti, l’Inps può effettuare visite mediche di controllo domiciliare nei confronti del dipendente. Il dipendente, tuttavia, essendone a conoscenza, difficilmente si farà trovare impreparato. Ragione per cui diventa sempre più importante rivolgersi […]

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Quando un dipendente si assenta dal lavoro per malattia, è obbligato a dare la reperibilità presso l’indirizzo che ha indicato nel certificato medico. Infatti, l’Inps può effettuare visite mediche di controllo domiciliare nei confronti del dipendente. Il dipendente, tuttavia, essendone a conoscenza, difficilmente si farà trovare impreparato. Ragione per cui diventa sempre più importante rivolgersi ad un’agenzia investigativa specializzata per togliersi ogni dubbio sulla veridicità della malattia di un proprio dipendente. Di seguito, analizziamo più approfonditamente cosa dice la legge a riguardo e, in particolare, se è possibile svolgere un secondo lavoro durante il periodo di malattia.

Dipendente che si ammala troppo spesso: quando si può procedere con il licenziamento?

Quando non ci si presenta a lavoro in quanto si prendono dei giorni di malattia, si è obbligati a rispettare alcuni comportamenti previsti dalla legge, onde evitare il rischio di licenziamento per giusta causa.

Il dipendente, durante la malattia, deve:

  • farsi trovare presente dal medico fiscale dell’Inps che effettua la visita di controllo presso l’indirizzo fornito nel certificato medico, nelle fasce orarie 10-12 e 17-19, anche il sabato, la domenica e nei giorni festivi;
  • mantenere, al di fuori delle fasce orarie indicate, comportamenti che non siano incompatibili con la malattia dichiarata o che non ne ostacolino la guarigione.

Una persona in malattia per sintomi influenzali, non potrebbe quindi uscire per andare in palestra ad allenarsi diverse ore, in quanto si tratterebbe di un comportamento non compatibile o quantomeno peggiorativo della situazione medica, e quindi in grado verosimilmente di posticipare il rientro a lavoro. Al contrario, una persona in malattia per un’infortunio al braccio, ben potrebbe uscire di casa per fare una semplice passeggiata.

Durante la malattia è possibile svolgere un secondo lavoro?

Dunque, un dipendente in malattia ha la facoltà di uscire di casa al di fuori delle fasce orarie dell’Inps. Bisogna, piuttosto, comprendere quale comportamento ha tenuto durante le uscite. Il dipendente potrebbe, addirittura, andare a svolgere un secondo lavoro.

Infatti, non esiste un divieto assoluto di svolgere altre attività lavorative durante il periodo di malattia. Tuttavia, la recente sentenza n. 5002/2024 della Cassazione ha confermato che eventuali attività lavorative extra devono rispettare i principi di correttezza e buona fede, oltre a non dover pregiudicare in alcun modo la guarigione.

Il licenziamento per giusta causa del dipendente che svolge un secondo lavoro in malattia è legittimo se l’attività lavorativa secondaria è astrattamente idonea a compromettere o rallentare la guarigione (astrattamente in quanto non incide il fatto che il dipendente sia tornato poi regolarmente a lavoro), oppure risulta essere in concorrenza con la prima.

Ad esempio, immaginiamo una persona che lavora in un’azienda nel settore farmaceutico e richiede qualche giorno di malattia per un problema alla spalla. Questa persona esce di casa, dopo le ore 19, per recarsi a lavorare nell’albergo di famiglia e stare seduto alla reception, senza quindi sforzare il braccio. In questo caso, non sarebbe possibile procedere con il licenziamento, in quanto si tratta di un secondo lavoro che non è idoneo (astrattamente) a rallentare la guarigione né in concorrenza con l’azienda farmaceutica per cui lavora.

Diverso il caso in cui la persona esca di casa, dopo le ore 19, ma per recarsi nella vicina palestra e svolgere lezioni come istruttore di boxe. In questa circostanza, sussistono gli estremi per procedere con il licenziamento, in quanto il secondo lavoro non è svolto in concorrenza ma risulta incompatibile con il regolare processo di guarigione alla spalla.

Le foto dell’investigatore che ritraggono il dipendente in malattia svolgere un altro lavoro hanno valore in tribunale?

Sei sei titolare di un’azienda e vuoi difenderti da alcuni dipendenti che abitualmente si comportano in modo scorretto, usando la malattia come semplice pretesto per non andare a lavoro, è essenziale rivolgerti ad un’agenzia investigativa. Difatti, in base a quanto abbiamo scritto fino a qui, appare chiaro ed evidente che il controllo dell’Inps, essendo su fasce orarie molto ridotte rispetto all’intera giornata, non è sufficiente.

Il lavoro svolto dall’investigatore privato permette di documentare, al di fuori delle fasce orarie dell’Inps, tutti gli eventuali comportamenti del dipendente, che abbiamo analizzato nei paragrafi precedenti, in grado di permettere al datore di lavoro di procedere con il licenziamento per giusta causa.

Se le fotografie dell’investigatore non vengono contestate dalla controparte, hanno assoluto valore probatorio. L’eventuale contestazione, tuttavia, non può essere generica. Infatti, per essere accolta dal giudice, deve contestare nello specifico l’attendibilità delle foto in merito ai soggetti immortalati, al contesto o alla data in cui sono state scattate. Inoltre, il fatto di contestare le foto non le rende in automatico inutilizzabili: spetta alla valutazione del giudice la decisione riguardo la loro veridicità.

Baroncini Investigazioni: un aiuto concreto per le aziende

Svolgiamo indagini a supporto delle aziende, per documentare l’infedeltà di dipendenti o soci con prove certe ed utilizzabili nelle sedi opportuni. I nostri servizi spaziano in numerosi delicati ambiti, di assoluta rilevanza per la crescita e la sopravvivenza stessa dell’azienda, soprattutto dal punto di vista economico-patrimoniale: indagini di controspionaggio industriale, indagini per la tutela del patrimonio aziendale, indagini di concorrenza sleale, indagini per la tutela di marchi e brevetti.

La nostra sede è in Strada Maggiore n. 3, a pochi passi dalle Due Torri di Bologna. Siamo autorizzati a svolgere indagini su tutto il territorio nazionale. Dunque, l’incontro può avvenire, in assoluta riservatezza, sia in presenza presso il nostro ufficio che per via telematica.

Potete contattarci qui:
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Quanto costa un investigatore privato? Le informazioni che devi sapere https://www.baroncini-investigazioni.com/2024/costo-di-un-investigatore-privato/ Sun, 03 Mar 2024 11:15:46 +0000 https://www.baroncini-investigazioni.com/?p=1231 La professione dell’investigatore privato è per la maggior parte delle persone idealizzata e a volte proprio non conosciuta, eppure la prima domanda rivolta a chi lavora nel mondo investigativo rimane sempre la stessa. Nel presente articolo, cercheremo di dare un quadro il più completo possibile a chi si è chiesto almeno una volta quale sia […]

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La professione dell’investigatore privato è per la maggior parte delle persone idealizzata e a volte proprio non conosciuta, eppure la prima domanda rivolta a chi lavora nel mondo investigativo rimane sempre la stessa. Nel presente articolo, cercheremo di dare un quadro il più completo possibile a chi si è chiesto almeno una volta quale sia il costo di un investigatore privato, con l’obiettivo di capire se esiste una risposta assoluta e allo stesso tempo di evidenziare l’importanza, oggi più che mai, delle indagini svolte da un’agenzia investigativa.

Investigatore Privato: una professione che non si improvvisa

Prima di addentrarci più nello specifico sulla questione delle tariffe, è doveroso fare alcune premesse importanti per comprendere il perché, in linea generale, il costo di un’indagine investigativa non è basso.

  • L’investigatore privato deve essere autorizzato dalla Prefettura per poter svolgere regolarmente la professione, che rilascia la licenza investigativa solo se sussistono precise competenze pratiche e teoriche (laurea in giurisprudenza o equipollente, diversi anni di esperienza pregressa nel settore, periodici corsi di aggiornamento professionale).
  • L’attività di investigazione privata è attività imprenditoriale e non libero professionale, infatti l’investigatore è a tutti gli effetti un imprenditore obbligato all’iscrizione alla Camera di Commercio. Requisito fondamentale è possedere un locale uso ufficio, che non può ovviamente corrispondere alla privata dimora.
  • L’investigatore, con il proprio know-how acquisito negli anni e con le proprie indagini, è in grado di trovare una soluzione a problemi di estrema rilevanza, sia per privati (infedeltà, affidamento dei figli minori, sicurezza personale/familiare) che per imprese (assenteismo dei dipendenti, controspionaggio industriale, dipendenti/soci infedeli).

Dunque, l’investigatore privato è un professionista con alle spalle anni di esperienza, studio e dedizione, autorizzato dalla legge a svolgere indagini altamente qualificate. Come tutti gli imprenditori, si trova ogni giorno ad affrontare i costi propri di un’azienda: spese varie per la gestione dell’ufficio, oltre a collaboratori, costi amministrativi, di marketing, etc.

Quali sono i fattori che influenzano maggiormente il costo di un investigatore privato?

Innanzitutto, le norme europee sulla libera concorrenza dei mercati non consentono che vi siano delle tariffe imposte. Ogni investigatore privato può adottare per la propria agenzia le tariffe che più ritiene opportune, tenendo in considerazione da una parte le proprie esigenze personali d’impresa e dall’altra le tariffe medie del settore. Tuttavia, in osservanza ed applicazione del principio di piena trasparenza, la legge prevede che le tariffe scelte debbano essere approvate e vidimate dalla Prefettura di competenza, nonché esposte all’interno dell’ufficio in maniera ben visibile.

I fattori che influenzano il costo di un investigatore privato, e quindi dell’indagine da svolgere, sono diversi:

  1. numero dei collaboratori impiegati nell’indagine (generalmente due ma possono aumentare per attività di una certa complessità);
  2. la durata dell’indagine;
  3. chilometri totali percorsi durante l’indagine (è presente un rimborso chilometrico per ogni veicolo utilizzato);
  4. tecnologie utilizzate.

In particolare, per quanto riguarda la durata dell’attività, si tenga a mente che non è tanto quanti giorni ma quante ore totali vengono svolte. Infatti, la maggior parte delle agenzie investigative adottano delle tariffe orarie per collaboratore impiegato, che mediamente variano da 50,00 Euro fino a 100,00 Euro all’ora. Ad esempio, un’indagine che dura cinque giorni ma solo sei ore al giorno, costa (a parità di collaboratori impiegati e chilometri percorsi) meno di un’indagine di soli due giorni ma ben sedici ore al giorno. Inoltre, ci riferiamo a ore diurne o notturne, nei giorni feriali o festivi? Tutti elementi che potrebbero influenzare l’aumento della tariffa oraria.

Costo di un investigatore privato: attenzione a chi ostenta prezzi troppo bassi

Ogni agenzia investigativa può applicare le proprie tariffe, ma, come d’altronde in qualsiasi altro ambito professionale, non tutte lavorano con le stesse modalità e sicuramente c’è chi è più o meno bravo rispetto ad altri. Infatti, oltre ai quattro sopraindicati, un quinto fattore che può influenzare il prezzo è proprio l’abilità nonché l’esperienza pregressa dell’investigatore. Se è vero che da una parte non sempre delle tariffe più alte corrispondono ad una maggiore qualità del servizio, dall’altra bisogna porre particolare attenzione a chi propone dei prezzi troppo bassi.

Se vi siete confrontati con una persona che si dichiara investigatore privato e vi ha promesso di svolgere con pochi soldi un’indagine di svariati giorni ed ore, assicuratevi che quella persona sia effettivamente autorizzata per legge a svolgere la professione.

Abbiamo scritto più volte di come l’investigatore privato è un professionista in possesso di regolare licenza rilasciata dalla Prefettura di appartenenza. Purtroppo, ancora oggi, potreste imbattervi in persone che svolgono questo lavoro in proprio pur non avendo questa licenza, bensì una semplice partita iva (o neanche quella). Sappiate che si tratta di persone che vi stanno ingannando e commettendo un grave reato, quello di esercizio abusivo della professione. Ovviamente, tutti gli elementi di prova raccolti in maniera abusiva non hanno forza probatoria, non essendo quindi utilizzabili in alcun modo in sede giudiziale.

Come riconoscere un “investigatore abusivo“? Il primo campanello di allarme è se non vi è riscontro dell’iscrizione alla Camera di Commercio, oltre a non esserci traccia della sede fisica dell’agenzia: ogni investigatore privato deve possedere un ufficio in cui deve essere affissa e ben visibile la licenza investigativa insieme alle tariffe approvate dalla Prefettura. Assicuratevi di ciò prima di procedere con il conferimento dell’incarico.

Baroncini Investigazioni: l’importanza del confronto diretto con il Cliente

Il dott. Alessandro Baroncini, titolare della Baroncini Investigazioni, in possesso di regolare Autorizzazione Prefettizia Licenza N. 5324/2023 Area 1 Bis, ritiene di estrema importanza il confronto di persona con il cliente.

Avrete capito, leggendo l’articolo, che non c’è una risposta assoluta alla domanda sul costo di un investigatore privato, dovendo tenere in considerazione una serie di fattori variabili che influenzano, di volta in volta, il prezzo complessivo di ogni indagine.

Per l’elaborazione di un preventivo diventa fondamentale confrontarsi con il cliente per avere un quadro della situazione che sia il più chiaro possibile e comprendere qual è il suo obiettivo da dimostrare. Di conseguenza saremo in grado di pianificare azioni, tempi e modalità dell’indagine e stipulare così un’adeguata proposta economica su misura delle esigenze del cliente. In un’ottica di piena trasparenza, i nostri clienti sono aggiornati quotidianamente sull’andamento dell’indagine e, allo stesso tempo, sul costo raggiunto. In questo modo, avendo piena consapevolezza dei risultati ottenuti a fronte di una determinata spesa, si è in grado di decidere in qualunque momento se continuare l’attività oppure interromperla.

La nostra sede è in Strada Maggiore n. 3, a pochi passi dalle Due Torri di Bologna. L’incontro avviene in assoluta riservatezza.
Contattaci, la nostra consulenza preliminare è gratuita:
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Autopsia Psicologica: scopriamo di cosa si tratta https://www.baroncini-investigazioni.com/2024/autopsia-psicologica/ Sun, 25 Feb 2024 23:13:48 +0000 https://www.baroncini-investigazioni.com/?p=1216 Il termine autopsia psicologica fu utilizzato per la prima volta in maniera più scientifica nel 1992, su 93 suicidi avvenuti nell’arco di sei anni nel Corpo di Polizia di New York. L’autopsia psicologica nasce infatti quale strumento specialistico finalizzato fondamentalmente, in caso di suicidio o sospetto di suicidio, a rispondere a queste tre domande: 1) perché […]

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Il termine autopsia psicologica fu utilizzato per la prima volta in maniera più scientifica nel 1992, su 93 suicidi avvenuti nell’arco di sei anni nel Corpo di Polizia di New York. L’autopsia psicologica nasce infatti quale strumento specialistico finalizzato fondamentalmente, in caso di suicidio o sospetto di suicidio, a rispondere a queste tre domande:

1) perché l’ha fatto?
2) come è morto/a e perché proprio in quel particolare luogo/momento?
3) in caso di morte ambigua, è probabile che si sia trattato di suicidio?

Dunque, è finalizzata alla comprensione della mente del deceduto prima dell’evento morte. L’obiettivo prioritario è offrire ai sopravviventi – principalmente i parenti della vittima – una risposta al “perché l’ha fatto”. Domanda che spesso a lungo termine, se non risolta, rimane un vero e proprio tarlo psicologico di difficile elaborazione. E questo comporta l’attivazione e cronicizzazione di sensi di colpa, vergogna, rabbia, depressione, finanche il comportare una sorta di “famigliarità” al suicidio (la presenza di un suicidio in famiglia è infatti considerato un elemento di rischio).

Come viene condotta l’autopsia psicologica?

Per svolgere correttamente tale delicato lavoro è necessario acquisire il più possibile informazioni circa:

  • i dettagli della morte e della storia famigliare della vittima, della sua personalità, dei suoi meccanismi di reazione ad eventi stressanti
  • la presenza di eventuali precedenti eventi traumatici (eventuali incidenti puramente casuali potrebbero in verità nascondere pregressi mancati suicidi non correttamente interpretati);
  • recenti cambiamenti improvvisi;
  • l’uso di sostanze psicoattive o la presenza di eventuali patologie psichiatriche conosciute o soggiaciute;
  • la natura delle relazioni interpersonali della vittima e del suo mondo interiore;
  • la reale intenzionalità suicidaria (spesso infatti molti suicidi sono solo atti dimostrativi purtroppo finiti male);
  • l’eventuale presenza di una vita parallela (amanti, abitudini occulte, etc.);
  • il contesto lavorativo (mobbing, demansionamento, licenziamento, pensionamento) ed economico (debiti, perdite recenti, investimenti sbagliati);
  • la presenza di eventuali malattie fisiche a prognosi infausta o invalidante;
  • chi poteva essere più o meno consapevolmente il destinatario del gesto dimostrativo o suicidario vero e proprio (rivendicazione, punizione, etc.).

Gli strumenti utilizzati sono in primis l’intervista alle persone vicine alla vittima (esiste a tal proposito uno schema di intervista strutturata estremamente dettagliata – il MAPI), l’analisi di eventuali documenti personali (lettere, diari, appunti, disegni), il sopralluogo dei luoghi in cui il soggetto viveva o che frequentava, l’eventuale analisi dei rapporti di polizia e del referto dell’autopsia. Ovviamente massima deve essere la collaborazione da parte delle persone interessate ed ovviamente solo previo il loro consenso. Va assolutamente rispettato, senza alcuna valenza giudicante, un eventuale rifiuto – seppur raro in questi casi – così come va rispettato il contesto culturale, sociale, religioso, etnico di appartenenza.

È stimato che il tempo più opportuno per poter condurre una efficace autopsia psicologica sia da 1 a 6 mesi. Tale tempistica rispecchia la necessità di rispettare il dolore dei sopravviventi e di evitare l’eccessivo immediato coinvolgimento emotivo, con inevitabile attivazione di meccanismi difensivi dall’angoscia (quali la negazione, la razionalizzazione, il distanziamento emotivo, la proiezione della colpa,  l’auto-colpevolizzazione). Questo, però, senza nel contempo poter attendere un eccessivo lasso di tempo, pena il rischio di strutturazione dei meccanismi psicologici difensivi o una perdita di informazioni importanti.

Chi conduce l’autopsia psicologica?

Bene è inoltre sottolineare che l’autopsia psicologica non è e non deve essere una operazione investigativa in quanto il suo scopo primario non è quello di individuare un colpevole, ma quello di ricostruire il più possibile lo status mentale del suicida prima del tragico evento ed offrire ai sopravviventi una risposta a quel tragico “perché”. La finalità è quindi prettamente psicologica e di aiuto ai sopravviventi rispetto all’elaborazione del lutto, così estremamente difficile in tutti i casi di suicidio (specialmente nei devastanti casi di suicidio di adolescenti o bambini). Per tale motivo, chi la conduce deve possedere in primis alte e specialistiche competenze psicologiche/psichiatriche associate ad una forte dose di empatia e sensibilità umana. Sono comunque necessarie anche competenze in ambito forense ed una certa sensibilità investigativa, in quanto non è da escludersi una secondaria finalità medico-legale (ad esempio per questioni assicurative o, in casi estremi, penali).

Baroncini Investigazioni: scopri la nostra Divisione di Psicologia Investigativa

L’articolo è stato scritto dal dott. Paolo Baroncinimedico psichiatra, psicologo, psicoterapeuta con pluridecennale esperienza nella tutela ai minori, nel trattamento delle dipendenze patologiche, nella psichiatria e psicologia forense, esperto in scienze forensi e criminologiche – nonché responsabile della nostra Divisione di Psicologia e Psichiatria Forense.

La Divisione è nata all’interno del nostro Istituto investigativo con l’intento di poter aiutare il cliente che, attraversando un periodo difficile della propria vita, necessita, oltre all’indagine investigativa, di un ulteriore supporto psicologico e morale.

Per avere maggiori informazioni, leggi qui.

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