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]]>La fine di un matrimonio, che si tratti di una separazione (più o meno formalizzata) o di un divorzio, non equivale necessariamente alla fine di un amore. È vero che l’amore che aveva dato origine a quel legame si è concluso, ma spesso si assiste a una trasformazione del sentimento, poiché l’amore può assumere infinite sfumature. Allo stesso modo, la fine di un matrimonio non dovrebbe mai segnare la fine del ruolo genitoriale, soprattutto in presenza di figli. Chi ha vissuto questa esperienza sa quanto dolore possa provocare, per entrambe le parti coinvolte, e quanto più intenso sia questo dolore quando sono presenti figli piccoli. Dolore che spesso si mescola a sentimenti di rabbia e smarrimento.
Esistono tanti tipi di amore e quindi la fine di un matrimonio – che lo sanciva legalmente – dipende molto dal tipo di amore che aveva prodotto quel legame. Se quell’amore era molto centrato sull’aspetto fisico e sessuale, una perdita di quell’attrazione può comportarne inesorabilmente la fine. Se, invece, il legame si fondava su aspetti narcisistici, anche non necessariamente patologici, come potere, prestigio, denaro, successo o apparenza, sarà la perdita di tali elementi a determinarne la rottura. In altri casi, il matrimonio potrebbe essere stato basato su un progetto condiviso di vita o su valori comuni, come il desiderio di avere figli, vivere in un determinato luogo o seguire un certo stile di vita. Ancora, l’amore potrebbe aver soddisfatto bisogni psicologici primari di sicurezza, sia paterna che materna. Le tipologie di legami affettivi sono pressoché infinite, con mille sfumature spesso intrecciate tra loro.
Purtroppo, o forse per fortuna, tutto è destinato a cambiare. Nulla rimane immobile o costante: persino le cose inanimate mutano nel tempo, figuriamoci la psiche umana e, ancor più, il nostro corpo. Spesso, però, i cambiamenti seguono percorsi divergenti: senza quasi rendercene conto, ci ritroviamo a percorrere strade differenti, fino a scoprire di essere diventati estranei l’uno all’altro. In quei momenti, ci accorgiamo che nessuno dei due, o forse solo uno, è rimasto la persona che era un tempo. In quel momento si presentano due scelte: accettare il cambiamento, sia proprio che dell’altro, e assecondarlo, oppure rifiutarlo, cercando di contrastarlo, con tutte le inevitabili conseguenze psicologiche che ciò può comportare. Non esiste una scelta universalmente giusta o sbagliata, ma è fondamentale affrontarla nel modo più consapevole possibile, idealmente trovando un terreno di confronto insieme all’ex-partner.
Comprendere le ragioni che hanno portato alla fine di un legame, ossia “razionalizzare”, può spesso aiutare ad alleviare il dolore e la rabbia, evitando di attribuire colpe a sé stessi, al partner o ad altri. Accettare la fine della relazione diventa così un passo essenziale per favorire una trasformazione positiva di sé e dell’intero sistema che ci circonda, inclusi figli, partner, famiglia e abitudini. Per questo motivo, spesso diventa indispensabile il supporto di qualcuno, sia esso uno psicologo o un professionista particolarmente sensibile, che possiamo incontrare durante il percorso verso la fine del matrimonio, come un avvocato o persino un investigatore privato. Quest’ultimo, in particolare, intervenendo spesso nelle fasi iniziali e più dolorose, ad esempio quando è necessario scoprire un tradimento, può giocare un ruolo importante.
In qualità di agenzia investigativa autorizzata, offriamo un supporto qualificato per far luce sulla violazione dei doveri matrimoniali, conducendo tutte le indagini necessarie. Affidarsi all’investigatore privato è necessario se si vogliono ottenere prove tangibili, fondamentali per far valere i propri diritti nella fase finale del matrimonio, durante le procedure di separazione. Una delle principali cause di rottura matrimoniale è il tradimento, una grave violazione dei doveri matrimoniali che spesso rende impossibile proseguire la relazione.
Secondo il Codice Civile, il matrimonio impone ad entrambi i coniugi l’obbligo di fedeltà. In caso di violazione di questo obbligo, la parte lesa può agire legalmente per ottenere il riconoscimento di specifici diritti. L’investigatore privato riveste un ruolo cruciale nel raccogliere prove concrete di un eventuale tradimento. Il dossier investigativo, prodotto al termine delle indagini, include una relazione dettagliata corredata di fotografie e videoriprese, ed è pienamente utilizzabile in sede giudiziale per supportare una richiesta di addebito.
La nostra sede principale si trova a Bologna, in Strada Maggiore n. 3, ma lavoriamo in tutta Italia. Contattaci ai seguenti recapiti:
E-mail info@baroncini-investigazioni.com
Tel. 051 0286219
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]]>Di fronte a donne vittime di violenza emerge una sofferenza profonda, segnata da emozioni intense e spesso contrastanti. Da una parte la rabbia e la paura, dall’altra un dolore difficile anche solo da esprimere. Quest’ultima emozione si potrebbe dire che è persino più difficile da gestire e perniciosa della paura.
In effetti, la paura è una reazione fisiologica e un’emozione primaria, che siamo geneticamente predisposti ad elaborare e superare. Quella sofferenza, invece, intrisa di vergogna e di sensi di colpa, data dall’essere vittima proprio da parte di chi diceva di amarci e che noi amavamo, non è affatto fisiologica. Non siamo biologicamente predisposti a difenderci da questo tipo di dolore, che risulta essere, per sua natura, psicologicamente devastante e patologico. È come se una lama di coltello ci traforasse la pelle, poi il derma, poi il tessuto connettivo, fino a penetrare all’interno degli organi stessi, lacerandoli e lì rimanervi.
Questo tipo di sofferenza è del tutto paragonabile alla sofferenza del bambino che subisce abusi fisici o morali da parte di un suo genitore o comunque dell’adulto di riferimento affettivo, di cui dovrebbe invece fidarsi e che dovrebbe proteggerlo (se non è questo l’Amore allora proprio non saprei cosa sia). A tutti gli effetti la violenza contro le donne è violenza contro il bambino. E come quel bambino innocente, la vittima di “violenza amorosa” si sente paradossalmente lei stessa in colpa, fino persino al credere, anche solo a livello inconscio, di meritarsele quelle violenze.
Le donne vittime di violenza devono riuscire in primis a riversare tutta la colpa sull’altro, senza “se” e senza “ma”. Di fronte alla violenza, di qualsiasi forma, anche solo psicologica, fatta di denigrazioni, svilimento, sudditanza, paura, non si deve avere il minimo tentennamento. Tutta la colpa e responsabilità deve essere solo ed esclusivamente dell’altro. Il tempo per confrontarsi, riesaminare le dinamiche di coppia e cercare di comprendere deve giungere al termine, definitivamente.
Quando l’altro commette atti di violenza (è importante ripeterlo, non solo fisica, ma anche psicologica) esiste un’unica risposta possibile: il momento della “forza dell’Io” e della chiusura definitiva della relazione. I sentimentalismi, gli psicologismi, i buonismi, non devono più trovare spazio. Questa è la differenza di cui può godere l’adulto rispetto a quel povero bambino impotente. Se è vero che spesso anche l’aggressore è stato, a sua volta, un bambino vittima di violenze (talvolta subite o assistite in ambito familiare) e che, dal punto di vista psicologico, meriterebbe aiuto, è altrettanto vero che l’unico modo per favorire una sua eventuale presa di coscienza è porlo di fronte ad un muro invalicabile. Un muro in cui pentimenti momentanei, subdole ammissioni di colpa, promesse di cambiamento, dichiarazioni di amore eterno e lacrime di coccodrillo non trovano più spazio né potere. Se realmente cambierà, altri ne godranno, non noi.
Purtroppo, per sua natura femminile e materna, la donna è spesso portata a giustificare le azioni altrui, a mettere se stessa in discussione e a farsi carico delle colpe. Queste colpe, radicate in una cultura che storicamente ha privilegiato una visione maschile, risentono di una mentalità primitiva, in cui il potere era detenuto da chi impugnava la clava più pesante.
L’articolo è stato scritto dal dott. Paolo Baroncini – medico psichiatra, psicologo e psicoterapeuta – responsabile della nostra Divisione di Psicologia Investigativa. La Divisione è stata creata per offrire un supporto completo al cliente che, oltre a necessitare di un’indagine investigativa, richiede anche un aiuto psicologico, fornendo consigli pratici su come affrontare al meglio la difficile situazione. Lo psicologo-psicoterapeuta, oltre a dare vicinanza, rielaborazione e conforto, può anche iniettare vere e proprie soluzioni endovena di “Forza dell’Io” ed evitare così tentennamenti, giustificazioni o assunzione indebita di sensi di colpa.
Nei casi di donne vittime di violenza è di grande utilità, soprattutto in situazioni in cui sono coinvolti figli minori, che necessitano di particolare protezione, l’aiuto di un investigatore privato. Questi esperti, attraverso la raccolta di prove, possono facilitare l’adozione di misure deterrenti e restrittive da parte della Magistratura (come quelle previste dal “Codice Rosso”), contribuendo anche a far sentire la vittima meno sola nel suo percorso di recupero.
La nostra sede si trova in Strada Maggiore 3, a Bologna, ma operiamo in tutta Italia. Per una prima consulenza gratuita, potete contattarci qui:
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]]>Affrontare situazioni personali in cui sono coinvolte le proprie relazioni, la sicurezza familiare o il patrimonio, può generare ansia e incertezza. La nostra agenzia investigativa, con sede a Bologna ma operativa in tutta Italia, offre servizi di investigazione progettati per rispondere alle esigenze specifiche di ogni cliente, consentendo di fare chiarezza in momenti di grande difficoltà. La nostra missione è quella di trasformare i vostri dubbi e le vostre preoccupazioni in risposte certe. I nostri servizi coprono una vasta gamma di esigenze, dall’indagine per sospetto tradimento del proprio partner alla protezione dei minori, passando per la revisione dell’assegno di mantenimento e la tutela del patrimonio personale o familiare.
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In un mercato sempre più dinamico e complesso, le aziende affrontano rischi che, se non gestiti tempestivamente, possono compromettere la loro crescita, produttività e reputazione. Affidarsi a un’agenzia investigativa esperta come la nostra significa investire nella protezione delle risorse aziendali, mantenendo l’azienda al sicuro da rischi interni ed esterni. Attraverso indagini investigative altamente qualificate, supportiamo le aziende nella gestione di fenomeni che minano la crescita e l’efficienza aziendale come l’assenteismo, la simulazione di malattia, l’abuso dei permessi Legge 104 e la concorrenza sleale.
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Quando si tratta di investigazioni, la scelta dell’agenzia investigativa giusta può fare una differenza significativa in termini di risultati. Affidarsi a Baroncini Investigazioni significa scegliere un partner che offre soluzioni investigative professionali e che accompagna il cliente con discrezione, competenza e affidabilità in ogni fase dell’indagine. Siamo nati per aiutare privati e aziende a risolvere problemi per loro complessi ed essere così in grado di prendere decisioni basate su dati e prove certe.
I nostri clienti continuano a scegliere la nostra agenzia investigativa come punto di riferimento a Bologna e in tutta Italia. Garantiamo:
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]]>The post Come scoprire se una persona ci sta mentendo? appeared first on Baroncini Investigazioni.
]]>Quando ci troviamo di fronte ad una persona che ci sta mentendo, è bene prima di tutto domandarsi se lo stia facendo intenzionalmente ed a quale fine. In linea generale, possiamo distinguere le menzogne in due tipologie: bugie intenzionali e bugie dovute a falsa memoria.
Nel secondo caso il soggetto è in totale buona fede e non pensa di mentire. Dunque, non ci occuperemo qui di questa tipologia di menzogne, riguardando maggiormente l’ambito della psichiatria o della neurologia. Diventa interessante, invece, sapere come poter svelare una bugia intenzionale.
Innanzitutto, è importante il nostro atteggiamento. L’atteggiamento utile in cui porsi è quello del sospetto: è stato dimostrato, infatti, che la maggior parte delle bugie vengono credute quando il ricevente ha un atteggiamento non diffidente. Bisogna essere scettici ed il più possibile oggettivi, ma con una lieve tendenza alla sospettosità, ovviamente senza arrivare alla paranoia ed accettando anche il fatto di poterci sbagliare.
Certamente è importante la conoscenza psicologica e caratteriale del soggetto. Una persona che già sappiamo aver in altre occasioni mentito è più facile menta ancora, anche se vi sono alcuni mentitori che mentono solo raramente. La personalità narcisista tende a mentire più frequentemente.
Di seguito alcuni indici rivelatori di menzogna, anche se certamente non sono esaustivi e totalmente dirimenti.
Altri indici per scoprire se una persona mente possono essere rappresentati da un’espressività non abituale o da una messa in atto di comportamenti finalizzati a prendere tempo di fronte a domande a cui non si è in grado di rispondere (accesso di tosse , soffiarsi il naso, richiesta di impellente bisogno fisiologico, etc.) o da movimenti involontari segni di grave disagio psicologico (tic, movimenti involontari anomali, etc.).
Tutti questi possibili segnali non rappresentano ovviamente una prova, ma possono certamente indirizzarci verso una nostra più obiettiva valutazione.
Scoprire da soli se una persona mente è complesso. Ancora più difficile è capire come reagire una volta che si ha questa impressione. Senza avere delle prove certe, infatti, rischia di rimanere solo una nostra sensazione. Per questo può essere utile, in alcuni ambiti, il supporto di un’agenzia investigativa autorizzata a raccogliere informazioni per scoprire la verità.
Le attività che un’agenzia investigativa può svolgere a tutela di privati ed aziende sono numerose. Fra le più ricorrenti vi sono:
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]]>The post È possibile utilizzare telecamere nascoste in casa propria? appeared first on Baroncini Investigazioni.
]]>La condizione imprescindibile che deve essere rispettata al fine di poter posizionare di nascosto delle telecamere (o anche dei semplici registratori audio) all’interno di un luogo privato come la propria casa, è che la persona che ha posizionato le telecamere deve essere presente all’interno della stessa videoregistrazione.
Da evidenziare che è richiesta la presenza nelle scene oggetto di registrazione, non bastando essere fisicamente presente all’interno dell’abitazione. In pratica, non è possibile riprendere di nascosto il proprio coniuge o il proprio figlio maggiorenne che si chiude nella camera da letto da solo. In questa situazione o quando vi trovate proprio al di fuori della vostra abitazione, per legge siete obbligati a tenere le telecamere spente. Il rischio, altrimenti, è quello di incorrere nel reato penale di interferenze illecite nella vita privata altrui (attenzione: il fatto che la proprietà dell’abitazione sia vostra non è rilevante).
È possibile, quindi, installare telecamere nascoste in casa con l’intento di riprendere la moglie o il marito durante l’incontro con l’amante? L’installazione di per sé è possibile farla, tuttavia, per quanto abbiamo scritto sino ad ora, appare evidente come non sia di alcuna utilità, in quanto è inverosimile che l’incontro con l’amante avvenga in vostra presenza.
Affidare a collaboratori domestici la cura della propria casa o il controllo di familiari fragili, come anziani e bambini, richiede sempre molta cautela. In questo delicato settore, leggiamo spesso all’interno delle cronache giudiziarie casi di violenze ed abusi. Viene lecito, dunque, chiedersi se è possibile tutelarsi attraverso l’utilizzo, ad esempio, di microspie installate all’interno della mura domestiche.
Abbiamo scritto che all’interno del proprio appartamento si possono installare impianti ben visibili di videosorveglianza al fine di proteggersi da eventuali intrusioni. È possibile, quindi, utilizzare tali impianti per controllare anche come lavora la babysitter? La risposta è no. Quando si assume una persona per svolgere un lavoro all’interno della nostra abitazione, infatti, si instaura un vero e proprio rapporto di lavoro che come tale è tutelato dalle norme previste nello Statuto dei lavoratori (analogamente a quanto scritto nell’articolo sulle telecamere nascoste in azienda, per leggerlo clicca qui).
La legge, in questo ambito, concede la possibilità di utilizzare in casa telecamere nascoste ma solo al ricorrere di una tassativa condizione: deve sussistere il fondato sospetto di gravi illeciti commessi dal collaboratore domestico. Si pensi, ad esempio, ad una colf che ruba nei cassetti dell’appartamento, ad una badante che maltratta un anziano, ad una babysitter che lascia un bambino da solo per ore. Le telecamere nascoste devono essere installate, quindi, allo scopo di procurarsi prove certe di tali comportamenti illeciti e non per il mero controllo generale dell’attività lavorativa.
Le attività che un’agenzia investigativa può svolgere a tutela dei privati sono numerose. Fra le più ricorrenti vi sono:
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]]>The post Come scoprire di avere il cellulare sotto controllo? appeared first on Baroncini Investigazioni.
]]>Innanzitutto, bisogna sottolineare che spiare il telefono di un’altra persona comporta il reato penale di interferenze illecite nella vita privata altrui. Neanche un investigatore privato può svolgere indagini in questo senso (per approfondire l’argomento, leggi qui il nostro articolo a riguardo). Le intercettazioni telefoniche sono legali solamente se autorizzate dal giudice di fronte a gravi indizi di reato e se effettuate dalla polizia giudiziaria con la propria strumentazione. Dunque, se fosse vero che il tuo cellulare è sotto controllo, quasi sicuramente si tratterebbe di un’intercettazione illecita(a meno che non ci siano procedimenti penali in corso a tuo carico, ma questo solo tu puoi saperlo).
Probabilmente se qualcuno è riuscito ad “entrare” all’interno del tuo smartphone, ha messo anche in atto delle contromisure per non essere scoperto così facilmente. Tuttavia, proviamo a dare qualche consiglio su come effettuare un primo controllo “fai da te” del cellulare:
Allo scopo di proteggere il proprio cellulare, che si tratti di un sistema operativo Android o iOS, è fondamentale:
Come estrema ipotesi, laddove i sospetti dovessero persistere, potresti pensare di resettare il cellulare alle impostazioni di fabbrica. Ricordati, in questo caso, di fare un backup dei dati importanti, in quanto andrebbero persi definitivamente. Tuttavia, alcuni recenti software spia riescono a “sopravvivere” persino a questo processo.
Chiaramente questi sono solo alcuni degli accorgimenti che potresti utilizzare in fase iniziale per scoprire di avere il cellulare sotto controllo. Dopodiché è doveroso rivolgersi ad esperti informatici in grado di effettuare controlli più adeguati, necessari se ci si vuole togliere ogni dubbio a riguardo.
La Baroncini Investigazioni dispone di un team di esperti altamente qualificati in grado di analizzare approfonditamente ogni dispositivo informatico al fine di individuare software spia. Per questa attività è richiesto di avere fisicamente il dispositivo da esaminare: doversi separare dal proprio cellulare potrebbe creare disagio, per questo garantiamo al Cliente massima tempestività. Generalmente per una bonifica completa di uno smartphone occorrono solamente poche ore.
Oggi più che mai, in un mondo sempre più tecnologico e “dipendente” dagli smartphone, difendere la propria privacy diventa di fondamentale importanza. Sentirsi spiati è una delle situazioni peggiori che ci possa capitare, in grado di peggiorare significativamente il nostro stile di vita e quindi la nostra salute psico-fisica.
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]]>The post Pensi di essere spiato in casa, in auto o in ufficio con delle microspie nascoste? appeared first on Baroncini Investigazioni.
]]>Senza addentrarci eccessivamente in tecnicismi inerenti le numerose tipologie di microspie presenti sul mercato, una prima informazione rilevante da tenere a mente è quella sulla loro dimensione. Infatti, la dimensione tendenzialmente ci indica la tipologia di informazioni che quella microspia deve acquisire. Pur essendo per definizione tutte di piccole dimensioni, una microspia che deve raccogliere semplicemente materiale audio – le cosiddette “cimici” – avrà una dimensione molto più ridotta rispetto ad una microcamera che, invece, deve contenere al suo interno anche un micro-obiettivo.
Inoltre, è importante fare distinzione tra microspie che necessitano di un’alimentazione esterna per poter funzionare e microspie “autonome”, le quali contengono al loro interno delle batterie. Chiaramente, una microspia collegata ad una presa di corrente è, in linea generale, di minor dimensione (non dovendo contenere la batteria) e più pericolosa in quanto capace di funzionare per lunghi periodi di tempo. Allo stesso tempo, però, è più difficile da poter installare di nascosto, in quanto richiede maggior professionalità e tempo per poterla occultare a dovere.
Per quanto riguarda le microspie a batteria, è utile fare sempre attenzione ad oggetti comuni “lasciati” tipo chiavette USB, penne, orologi, in quanto potrebbero contenere registratori audio. Queste microspie hanno una batteria di piccole dimensioni, e quindi poca autonomia, ma risultano altrettanto pericolose in quanto facilmente posizionabili senza destare sospetto e sufficienti a carpire conversazioni utili, per poi essere riprese dopo qualche giorno o anche solo qualche ora.
Se non ti senti al sicuro all’interno dei tuoi spazi privati, come in casa, in ufficio o in auto, in quanto sospetti possa nascondersi qualche microspia audio-visiva, allora è il caso di contattarci. Certo, potresti anche provare ad effettuare un primo controllo tu stesso, ad esempio ricercando eventuali oggetti anomali come scritto sopra. Tuttavia, solo tramite una accurata e professionale attività tecnica di bonifica potrai essere sicuro di non essere spiato.
Le nostre attività di bonifica ambientale sono indirizzate a scovare eventuali microspie illecitamente nascoste in luoghi privati, grazie ad un team di specialisti in grado di utilizzare delle apparecchiature altamente professionali e qualificate.
In tal caso, ti supporteremo nelle procedure da seguire per implementare adeguate contromisure e trovare il responsabile. Le modalità tecniche della bonifica possono variare a seconda della tipologia dell’ambiente da ispezionare. In linea generale:
Oggi più che mai, in un mondo sempre più tecnologico in cui è possibile procurarsi in poco tempo e con pochi soldi apparati spia mediamente efficienti, difendere la propria privacy diventa sempre più importante. Le nostre attività di bonifica sono effettuate da tecnici specializzati nel settore, in grado di intervenire con la massima tempestività e riservatezza.
Che sia per motivi professionali o privati, sentirsi spiati è una delle situazioni peggiori che ci possa capitare, in grado di peggiorare significativamente la nostra salute psico-fisica. Se vuoi averne certezza e toglierti ogni dubbio a riguardo, affidati a dei professionisti che da anni supportano aziende e privati nel rilevare eventuali microspie illecitamente nascoste in luoghi privati.
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]]>The post È possibile installare telecamere nascoste all’interno di un’azienda? appeared first on Baroncini Investigazioni.
]]>Se il datore di lavoro ha il fondato sospetto che un proprio dipendente stia commettendo un grave reato all’interno della propria azienda, può posizionare delle telecamere nascoste per riuscire a riprendere l’esatto momento in cui si svolge il reato. Stiamo parlando, ad esempio, della circostanza in cui un dipendente commette dei furti di denaro alla cassa, di merce in magazzino o tra gli scaffali di un esercizio commerciale.
L’obiettivo non è quello di controllare in generale l’attività lavorativa dei dipendenti, bensì appurare nello specifico la sospetta condotta fraudolenta di un dipendente. Nel caso di specie, dunque, siamo al di fuori dell’articolo 4 dello Statuto dei lavoratori, venendo meno addirittura l’obbligatorietà dell’accordo con le parti sindacali o l’autorizzazione dell’Ispettorato del Lavoro.
In tal senso, la Suprema Corte di Cassazione ha ribadito che i controlli difensivi da parte del datore di lavoro sono leciti, seppur dovendo rispettare due fondamentale requisiti: deve sussistere un fondato sospetto su una o più persone e le telecamere installate devono riprendere solo le aree ritenute effettivamente a rischio. Non è possibile, dunque, installare di nascosto un sistema di videosorveglianza al fine di effettuare dei controlli preventivi e generali.
Appurato il fatto che è possibile riprendere con telecamere nascoste in azienda un dipendente su cui pendono indizi di gravi violazioni, approfondiamo in che modo l’investigatore privato può essere chiamato in causa per risolvere tali gravi problematiche.
Il datore di lavoro, avendo un legittimo interesse nello svolgere un’attività investigativa finalizzata a far valere o difendere un diritto in eventuale fase giudiziale, può conferire regolare mandato ad una figura professionale quale quella dell’investigatore. Quest’ultimo metterà a disposizione tutta la propria esperienza per aiutare l’imprenditore a tutelare il proprio patrimonio aziendale.
Installare telecamere nascoste all’interno di una azienda, infatti, richiede un lavoro scrupoloso. Dalla fase preliminare di sopralluoghi per comprendere in che modo posizionare le telecamere (le quali devono essere ovviamente non visibili ma allo stesso tempo effettuare una videoripresa precisa e nitida), alla fase di installazione vera e propria. Per questo motivo, quando si tratta di sistemi di videosorveglianza di un certo livello, è opportuno rivolgersi a dei professionisti del settore.
Come abbiamo approfondito nell’articolo sulle investigazioni aziendali (clicca qui per leggerlo), le indagini in questo ambito risultano essere complesse in quanto occorre agire nella difesa dei diritti del datore di lavoro e, allo stesso modo, tenere in considerazione il diritto alla privacy dei dipendenti.
Le attività che un’agenzia investigativa autorizzata può svolgere a tutela di un’azienda sono numerose. Fra le più ricorrenti vi sono:
Dipendenti, soci e partner d’affari infedeli, possono mettere a serio rischio lo stato di salute della tua azienda. In caso di fondati sospetti, non esitare a contattarci. Siamo in grado di fornirti tutta la documentazione necessaria per poter prendere le giuste decisioni ed eventualmente procedere con il licenziamento per giusta causa.
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]]>The post Quali sono i requisiti per diventare un investigatore privato? appeared first on Baroncini Investigazioni.
]]>Per diventare investigatore privato, e quindi poter aprire una propria agenzia investigativa, è fondamentale possedere una solida esperienza nel settore, oltre a soddisfare specifici requisiti stabiliti dalla legge italiana (Decreto Ministeriale n.° 269 del 2010). L’attività investigativa, infatti, è regolamentata da rigidi criteri che mirano a garantire la professionalità e l’affidabilità degli operatori del settore.
Indipendentemente dalla forma giuridica scelta per la propria agenzia investigativa, che sia una società di persone o una società di capitali, il presupposto perché possa operare è che il titolare e/o l’amministratore abbia la licenza del Prefetto. Secondo la normativa vigente, per ottenere la licenza è necessario:
L’ottenimento della licenza è subordinato a una valutazione approfondita da parte delle autorità, che verificano il possesso di tutti i requisiti richiesti. È importante sottolineare che la licenza di investigazione privata è personale, non cedibile a terzi e ha validità su tutto il territorio nazionale. Chiunque intenda avviare un’attività investigativa deve quindi attenersi scrupolosamente alle normative vigenti, operando sempre nel rispetto della legge e delle direttive stabilite dalle autorità competenti.
Una volta soddisfatti questi requisiti, l’aspirante investigatore privato può presentare domanda presso la Prefettura competente per territorio, in base al proprio luogo di residenza. Con la riforma dell’articolo 134 TULPS, avvenuta nel 2010 con il Decreto Ministeriale n° 269, è stato introdotto il cosiddetto “progetto tecnico-organizzativo” che il candidato deve presentare al momento della domanda. In particolare, il progetto deve contenere:
Il documento che descrive il progetto organizzativo risulta fondamentale per poter diventare investigatore privato, in quanto rappresenta un elemento di valutazione delle capacità tecniche, di programmazione ed organizzazione del candidato stesso.
Dunque il percorso per diventare investigatore privato titolare di licenza investigativa non è affatto semplice. Questa complessità è giustificata dalla natura delicata dell’attività svolta, la quale incide inevitabilmente sui diritti delle persone e sul diritto alla riservatezza. La situazione è differente per i collaboratori investigativi, ossia coloro che il titolare dell’agenzia investigativa può assumere come collaboratori o dipendenti. Infatti, per diventare collaboratore investigativo, tecnicamente denominato collaboratore per gli incarichi investigativi elementari (“C.I.I.E.”), l’iter è molto più semplice: è sufficiente non aver riportato condanne penali per delitti non colposi. Una volta verificata questa condizione, il candidato può proporre la propria candidatura alle agenzie investigative presenti sul territorio, che valutano il profilo in base alle loro esigenze operative.
La figura dell’investigatore privato è per la maggior parte della gente comune idealizzata e mitizzata, o a volte proprio non conosciuta. È una professione che può portare, attraverso un’intrusione – seppur legittima e giustificata – nella vita privata altrui, a modificare la vita di chi ne è oggetto, ma anche di chi l’ha commissionata. Questo aspetto richiede una grande responsabilità e può mettere a dura prova la coscienza di chi la esercita. Tuttavia, se svolta con onestà, competenza e nel pieno rispetto delle normative – come dimostrato dall’obbligatoria licenza prefettizia necessaria per operare – l’attività investigativa può rivelarsi una professione estremamente gratificante. Un investigatore privato che agisce con professionalità, umanità e senso di giustizia non solo offre un servizio utile ai singoli, ma contribuisce anche a un’importante funzione sociale, garantendo verità e supporto a chi ne ha bisogno.
La Baroncini Investigazioni è un’agenzia investigativa con sede principale a Bologna, in Strada Maggiore 3, autorizzata a svolgere indagini in tutto il territorio nazionale. Supportiamo privati, aziende e studi legali con indagini investigative altamente qualificate in grado di risolvere questioni di estrema rilevanza. Puoi scoprire tutti i nostri servizi cliccando qui.
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]]>The post Pedinamento: l’investigatore è sempre autorizzato a svolgerlo? appeared first on Baroncini Investigazioni.
]]>D’altronde, che pedinare qualcuno non sia per tutti lo si intuisce anche dal fatto che il legislatore è intervenuto riconoscendo ad una figura professionale – quale l’investigatore privato – la qualifica di poter svolgere regolari pedinamenti. Per questo motivo è bene tenere a mente che pedinare una persona non è un gioco e, infatti, c’è chi se ne occupa di professione con anni di esperienza alle spalle.
Inoltre, se è vero che qualunque privato cittadino può decidere di seguire una persona, questo deve avvenire saltuariamente e nel proprio esclusivo interesse, quindi non su richiesta di terzi. L’articolo 134 del T.U.L.P.S. (Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza) sottolinea che “senza licenza del Prefetto è vietato eseguire investigazioni o ricerche o di raccogliere informazioni per conto di privati”.
Storicamente e tutt’oggi, il pedinamento rappresenta uno dei mezzi principali dell’investigatore per la raccolta di informazioni e prove. Grazie alle proprie competenze acquisite negli anni, l’investigatore è in grado di svolgere pedinamenti discreti e professionali. Tuttavia, per poter mettere in pratica un servizio di pedinamento a norma, è obbligato a rispettare alcune importanti regole in fase preliminare all’avvio dell’indagine.
L’investigatore, infatti, non può di sua spontanea iniziativa decidere di seguire una persona qualunque, e neppure su richieste avvenute semplicemente con qualche messaggio o una telefonata di pochi minuti. Piuttosto, è tenuto a redigere tutta la documentazione richiesta dalla normativa attualmente vigente ai fini della formalizzazione dell’incarico investigativo, da far sottoscrivere al cliente. In particolare, tra questa documentazione, assume rilevanza il c.d. “conferimento di incarico per lo svolgimento di investigazione privata” che ha per oggetto il motivo per il quale viene richiesta l’indagine.
L’investigatore è autorizzato a pedinare una persona solo in presenza di un regolare conferimento di incarico sottoscritto dal cliente. Al fine di analizzare la piena regolarità del conferimento, bisogna porre attenzione alle seguenti condizioni:
Per rapporto giuridico si intende la relazione tra due o più soggetti regolata dal diritto, in quanto ha ad oggetto un interesse meritevole di tutela. Un motivo giuridicamente rilevante è un motivo volto nel legittimo interesse del cliente, quindi volto a far valere o difendere in sede giudiziaria una posizione giuridica soggettiva tutelata dall’ordinamento. Di caso in caso, rispondendo ad ognuna di queste domande, saremo in grado di stabilire se è possibile svolgere regolare attività professionale di pedinamento.
Dipende cosa intendiamo per “semplice curiosità”. Bisogna distinguere l’uso che il cliente può fare delle informazioni ottenute a seguito dell’attività di pedinamento dal motivo per cui lo ha richiesto. Infatti, non è possibile effettuare un pedinamento e quindi un’indagine investigativa per un motivo qualsiasi – come semplice curiosità – dovendo sussistere, per l’appunto, un motivo giuridicamente rilevante. Allo stesso tempo, il cliente non è obbligato a procedere in sede giudiziaria con le informazioni ottenute, potendo anche tenere per sé tutta la documentazione raccolta dall’investigatore.
ESEMPIO: “Sono sicura che il mio fidanzato, con cui sto progettando tutta la vita insieme con presto anche il matrimonio, mi nasconda qualcosa. Voglio chiamare un investigatore privato per scoprirlo!”.
Il semplice fidanzamento, senza matrimonio né figli, non è un rapporto giuridico. Dunque, per la legge, non è vi alcun obbligo di fedeltà. Tuttavia, se all’orizzonte vi è l’intenzione di fare un passo decisivo e importante come il matrimonio, assume rilevanza il motivo giuridicamente rilevante di far luce su eventuali abitudini nascoste del fidanzato di cui non si è a conoscenza (tra cui anche un’eventuale “doppia vita” con un’amante). In questo caso, la fidanzata ha pieno diritto di avvalersi di un investigatore privato, tramite regolare sottoscrizione del conferimento di incarico, per pedinare il proprio fidanzato al fine di raccogliere informazioni utili prima di vincolarsi giuridicamente tramite il matrimonio.
ESEMPIO: “Un mio dipendente ha comportamenti strani a lavoro, ed è stato visto da alcuni colleghi parlare con persone che lavorano in un’azienda concorrente. Voglio avere prove certe di una sua eventuale infedeltà aziendale!”.
In questo caso abbiamo sia la sussistenza di un rapporto giuridico, quale rapporto subordinato datore di lavoro-dipendente, che un motivo giuridicamente rilevante di sospetta infedeltà aziendale per concorrenza sleale ai danni dell’azienda. Il datore di lavoro, essendo parte del rapporto giuridico, ha pieno diritto di avvalersi di un investigatore privato, tramite sottoscrizione di regolare conferimento di incarico, per pedinare il proprio dipendente al fine di raccogliere prove certe.
ESEMPIO: “Sono sicura che il marito della mia migliore amica la tradisce, ora ingaggio io al suo posto un investigatore per farle aprire gli occhi!”.
In questo caso, siamo di fronte ad un matrimonio, vincolo giuridico che per legge comporta diversi doveri, tra cui la fedeltà. Dunque, oltre al rapporto giuridico esistente tra i due coniugi, vi è anche il motivo giuridicamente rilevante di sospetta infedeltà coniugale. Sembrerebbe tutto perfetto per poter conferire regolare mandato all’investigatore, e lo sarebbe se a farlo fosse la moglie (o il marito a parti inverse). Infatti, l’amica della moglie non è parte del rapporto giuridico bensì soggetto terzo estraneo, motivo per cui non ha diritto di ingaggiare un investigatore per conto del coniuge.
ESEMPIO: “Un mio dipendente è più distratto a lavoro ultimamente e penso che sia colpa di una nuova frequentazione, voglio saperne di più!”.
Il rapporto subordinato datore di lavoro-dipendente è un rapporto giuridico. Viene però a mancare il motivo giuridicamente rilevante alla base dell’attività. Infatti da parte del dipendente non vi è alcun obbligo da rispettare riguardo la propria vita privata. In questo caso, dunque, il datore di lavoro non ha alcun diritto di avvalersi di un investigatore privato per far pedinare il proprio dipendente al fine di scoprire aspetti della sua sfera privata non inerenti all’attività aziendale.
Molte persone credono di riuscire a risolvere i loro dubbi improvvisandosi investigatori professionisti, andando a mettere in pratica pedinamenti “fai da te”, che oltre ad avere scarso valore probatorio, comportano altresì il rischio di incorrere in gravi reati.
Affidarsi a dei professionisti del settore in grado di aiutarti e supportarti, raccogliendo prove con assoluta forza probatoria nel pieno rispetto della normativa vigente, è sicuramente la scelta migliore (probabilmente non la più economica rispetto a fare tutto da sé, ma quanto vale la pena rischiare?).
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